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Frattini candidato ‘zoppo’ al Quirinale per colpa della Russia

I venti di guerra che soffiano in Ucraina rischiano di condizionare anche l’elezione del nuovo presidente della Repubblica italiana. Dalle prime consultazioni tra i leader dei partiti, soprattutto dopo l’incontro tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte, sembra spuntare il nome di Franco Frattini come candidato al Quirinale. L’attuale presidente del Consiglio di Stato, eletto appena pochi giorni fa, sarebbe una figura gradita sia al leader della Lega che a quello del M5S. Ma sulla sua ascesa al Colle pesano le posizioni pro Russia di Putin.

Franco Frattini

“L’Italia doveva e poteva fare di più all’inizio della crisi ucraina, ai tempi dell’occupazione della Crimea. – dichiarava solo pochi mesi fa Franco Frattini – Allora era ancora nelle condizioni di partecipare al Formato Normandia e di esercitare una forte azione su Putin che forse avrebbe ascoltato. Ha scelto invece di acquietarsi su una acritica politica delle sanzioni di Obama. In diplomazia, quando vuoi convincere chi la pensa all’opposto, non lo cacci dal tavolo, aggiungi una sedia”

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 18-06-2018 Roma Politica Auditorium dell’Ara Pacis. Presentazione del libro di Francesco Rutelli “La Diplomazia Culturale italiana. Il Patrimonio, le industrie creative e l’interesse nazionale” Nella foto Franco Frattini

“Quella dell’adesione dell’Ucraina alla Nato è un’ipotesi non realistica. – proseguiva Frattini nella sua analisi – Un Paese come quello, che oggi al suo interno conta tre province indipendentiste, non può aderire all’Alleanza atlantica. La Nato dovrebbe essere la prima a dirlo. Purtroppo ha perso il ruolo di attore politico di primo piano che aveva in passato”

“I gesti russi hanno sempre finalità diverse da quelle che appaiono. – spiegava Frattini – Negli ultimi anni Putin ha dimostrato tre cose . Uno: senza Russia e Cina, l’Occidente non può occuparsi di Afghanistan. Due: la Russia riesce ad aggirare le sanzioni occidentali guardando ad Est. Come dimostra l’accordo trentennale sulle forniture di energia con la Cina. Tre: piaccia o meno, il Cremlino ha ancora una leva politica sugli ex territori dell’Urss”. Giudizi che, con la tensione alle stelle tra Nato e Russia, rischiano di precludere il suo possibile ingresso al Quirinale.

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