“Un fulmine a ciel sereno che si è abbattuto sulla nostra comunità in maniera del tutto inattesa e che ci lascia sgomenti” è il commento del sindaco di Presicce-Acquarica, in provincia di Lecce, Paolo Rizzo. La cittadina è infatti sconvolta per la notizia che un infermiere del “Vito Fazzi”, in quarantena da giorni, si è tolto la vita in casa. È successo nella mattinata di ieri, 23 novembre, in un comune in provincia di Lecce. La vittima aveva 58 anni e lavorava nel reparto di cardiologia dell’ospedale salentino da tempo.
Come riporta Repubblica, il cadavere dell’uomo è stato ritrovato dalla moglie nella camera da letto dell’abitazione di famiglia. Da giorni l’infermiere si trovava in quarantena domiciliare dopo aver avuto contatti in ospedale con una persona positiva al Covid-19. Risultato negativo al primo tampone a breve avrebbe effettuato il secondo test. L’infermiere, però, nella prima mattinata si è iniettato una flebo. La moglie ha chiesto aiuto al 118 ma al loro arrivo gli operatori sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’infermiere. E viste le modalità della morte è stato richiesto l’intervento dei carabinieri.
I militari, al comando del maresciallo Tommaso Maggio, hanno effettuato un’accurata ispezione nell’abitazione sequestrando la flebo e alcune buste di medicinali. Sulla morte dell’operatore socio sanitario, come atto dovuto, la procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’indagine in cui non si ipotizza per il momento alcun titolo di reato. La salma, su disposizione del pubblico ministero di turno, è stata trasferita nella camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce dove nelle prossime ore sarà eseguita una visita esterna sul corpo dell’operatore socio sanitario.
Solo dopo gli esiti di questo primo accertamento affidato ad un medico legale gli inquirenti valuteranno l’opportunità di eseguire l’autopsia. “Personalmente sono stato informato questa mattina da alcuni cittadini della morte del nostro concittadino – racconta il sindaco di Presicce-Acquarica – e mi sento di esprimere, a nome di tutta la comunità, tutta la nostra vicinanza alla famiglia dell’infermiere. Era una persona riservata ma ben voluta da tutti, e sempre prodiga nell’aiutare il prossimo e nel preservare la salute dei suoi concittadini effettuando anche visite a domicilio”.
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