Il deputato responsabile per la campagna elettorale della Lega in Calabria, Domenico Furgiuele, finisce al centro di sospetti e polemiche. La Repubblica ne denuncia la presunta vicinanza alla ‘ndrangheta tramite il suocero, Salvatore Mazzei. Quest’ultimo sta scontando una condanna in carcere per estorsione. E dalle indagini della procura guidata da Nicola Gratteri è definito “l’imprenditore di riferimento dei clan”.
Ma Furgiuele è stato anche socio dell’impresa Terina che per La Repubblica avrebbe avuto diverse commesse da Cogema, l’azienda di Mazzei, posta sotto sequestro dalla procura dopo l’arresto del titolare. Per questo stesso motivo, la procura ha rinviato a giudizio l’uomo di fiducia di Salvini, accusato di turbativa d’asta.
Un terzo sospetto è presentato dal quotidiano in merito all’omicidio di Davide Fortuna, avvenuto dieci anni fa nel contesto di una faida tra i clan di Vibo Valentia. A detta di uno dei sicari che hanno commesso l’esecuzione in spiaggia, davanti alla moglie e ai figli della vittima, e che poi ha scelto di collaborare con la giustizia, lui e i complici sono stati ospitati da Furgiuele in uno degli hotel di proprietà del suocero.
L’interessato, Domenico Furgiuele, respinge tutte le accuse: “Sono colpevole di essermi innamorato di mia moglie e di aver fatto una cortesia al mio capocantiere. Sono storie vecchie già chiarite senza alcuna contestazione”.