Convertiti sulla via di Damasco, o meglio, di Draghi. Dopo aver odiato l’euro e la Bce, aver scritto e detto cose terrificanti sull’Unione Europea, Borghi e Bagnai, i due economisti della Lega, simbolo della lotta all’Europa, adesso camminano in completa letizia verso Mario Draghi e il nuovo governo. Incredibilmente, generando lo stupore di tutti. Claudio Borghi, davanti alle telecamere e ai microfoni, dice: “Io avrei cambiato idea? In che senso? Draghi è Ronaldo, è un fuoriclasse”. Sì, ha detto proprio così, che Draghi è come Ronaldo. E Alberto Bagnai, che come riporta il Corriere era lì con Borghi, rincara: “Draghi? Ma io Draghi l’ho sempre stimato”.
Cala un brevissimo silenzio di stupore. Allora Bagnai aggiunge: “Provate a fare un piccolo sforzo visto che sicuramente avete studiato…”. La scorsa estate Bagnai è subentrato a Borghi alla guida del “dipartimento economia” della Lega. Salvini, all’epoca, voleva che il partito continuasse ad essere decisamente orientato: e Bagnai, 58 anni e modesto suonatore di clavicembalo ai festival di musica barocca, senatore e docente all’università di Pescara, è noto alla comunità scientifica e politica solo ed esclusivamente per la sua forsennata battaglia contro l’Eurozona. Una pubblicazione di successo: “Il tramonto dell’euro”, otto anni fa (quindi scarsamente profetica). Poi convegni e interviste. Sempre con tono euroscettico.
Sul suo blog scriveva: “L’unica Bce buona è quella morta”. Su Draghi, all’epoca presidente della Banca europea diceva: “Dice sciocchezze. Non ha alcun titolo per dettare la linea economica di uno Stato sovrano”. Poi se la prendeva con i partigiani dell’Anpi: “Sono pro euro… Da antifascisti a piddini, il passo è breve, per gli amabili vegliardi”. Chiarissimo con un autore tivù: “Stampati bene in testa che a me, se non mi invitate più, non me ne frega un beneamato cazzo”. Claudio Borghi invece è meno iracondo, meno volgare, ma i concetti son quelli. Si candida con il Carroccio alle Europee del 2014, però non ce la fa. Un anno dopo cerca di diventare governatore della Toscana, ma niente: riperde.
Poi sbarca a Montecitorio con il suo mantra: “Dobbiamo uscire dall’euro”. E adesso? Adesso si sono convertiti e Bagnai aggiunge pure: “Draghi? Io e Draghi veniamo dalla stessa scuola… E non ho mai trovato nulla da obiettare sulle sue scelte e analisi di politica economica”. Nemmeno mezzo tentativo per nascondere il trucco. Vogliono quasi convincerci che abbiamo sempre capito male noi, che i tweet, i libri e i loro post non li scrivevano loro. Simpatici.
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