Brutte, bruttissime notizie per Salvini. In casa Lega arrivano i risultati dei sondaggi e c’è da mettersi le mani nei capelli. Preoccupano i dati locali e quelli nazionali. Le elezioni regionali e il referendum costituzionale del 20 e 21 settembre assumono una rilevanza particolare per i possibili riflessi politici a livello nazionale in una fase molto delicata della vita del Paese. Il sondaggio realizzato in vista delle elezioni in Campania certifica che il presidente in carica Vincenzo De Luca è accreditato di un vantaggio molto netto (oltre 21 punti) sul principale avversario, il candidato di centrodestra Stefano Caldoro. E a proposito del voto di lista emergono alcuni dati interessanti: il Pd con il 19,2% si colloca al primo posto, mentre la Lega scende a un misero 3,3%, in forte arretramento rispetto alle Europee quando fu il partito più votato con il 19,2%.
E a livello nazionale non è che le cose vadano meglio, anzi. Oggi Ilvo Diamanti su Repubblica illustra i risultati di un sondaggio Demos & PI sulle intenzioni di voto e sulla popolarità dei leader: la Lega è al suo minimo storico mentre Fratelli d’Italia continua la sua crescita. In calo anche il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle mentre Forza Italia è sostanzialmente stabile e gli altri a sinistra continuano ad arrancare ben al di sotto della soglia psicologica (che potrebbe presto diventare elettorale) del 5%.
La Lega di Salvini, infatti, è ancora il primo partito, in Italia, con il 24,5% delle intenzioni di voto. Ma cala di circa 10 punti rispetto alle Europee e di 5 rispetto allo scorso febbraio. Non pare più un “muro”. Piuttosto, un “solco”, seppure profondo. Dietro, solo i FdI di Giorgia Meloni hanno allargato la loro base. A Destra. Erodendo, soprattutto, i consensi perduti dalla Lega. E da FI. Oggi hanno superato il 15%. Il doppio rispetto a un anno fa.
Giorgia Meloni, peraltro, ha scavalcato Salvini, nelle preferenze degli elettori. FdI, ormai, incalza il M5s. Dimezzato rispetto alle politiche del 2018. Tuttavia, stabile negli ultimi mesi. Come il PD. Poco sotto il 21%. Secondo partito, in Italia, ma ancora distante dalla Lega. Non si vede, dunque, un soggetto politico “dominante”. Interessanti anche i dati della popolarità dei leader tra i quali spicca il nome di Mario Draghi, che è terzo nella classifica dopo Giuseppe Conte e Luca Zaia.
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