Ci sarebbe una filiale della Bergamasca al centro di un importante giro di denaro che riguarderebbe da vicino la Lega, un via vai di affari sospetti e finanziamenti pubblici spariti rivelati da L’Espresso. A quell’agenzia Ubi di Seriate, in passato Popolare di Bergamo, sarebbero arrivati almeno 2 milioni di euro provenienti dal Carroccio, un vero e proprio fiume di soldi. Approdo finale di bonifici e operazioni, tantissime negli ultimi sei anni, i conti correnti intestati a società riconducibili a Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, commercialisti di fiducia del partito di Matteo Salvini.
Secondo L’Espresso “non è un caso che proprio la filiale di Ubi a Seriate (provincia di Bergamo) sia diventata una sorta di porta girevole per i soldi della Lega. Da quelle parti il bergamasco Di Rubba, 41 anni, poteva contare su un amico di vecchia data come Marco Ghilardi, il direttore dell’agenzia su cui adesso si sono concentrare le attenzioni degli investigatori. Un rapporto, quello tra il professionista targato Lega e il funzionario, che risale molto indietro nel tempo, almeno a una decina d’anni. E strada facendo i due hanno concluso un affare insieme, scambiandosi la quota di controllo di una società”.
Ghilardi sarebbe stato interrogato come testimone negli scorsi giorni dal procure aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, i titolari dell’inchiesta per peculato e turbativa d’asta sull’acquisto di una nuova sede nel 2017 della Lombardia film commission, presieduta dal 2014 al 2018 da Di Rubba, ora indagato insieme a Manzoni. Stando alle carte, nel 2016 la fondazione a controllo regionale ha aperto un conto proprio all’Ubi di Seriate. Perché l’ente guidato dal commercialista della Lega si sarebbe rivolto a quell’agenzia distante 60 km dalla propria sede di Milano? Dietro la scelta ci sarebbero i rapporti proprio tra Di Rubba e Ghilardi, direttore della filiale.
Dal conto Ubi di Seriate intestato a Lombardia film commission sarebbe partito un bonifico di 790 mila euro per il pagamento di un immobile di Cormano destinato a ospitare i nuovi uffici dell’ente. Un fabbricato acquistato a soli 400 mila euro 11 mesi prima, valutazione definita “sorprendente” da l’Espresso visto il valore: un affare per il venditore, Immobiliare Andromeda, che aveva come unico azionista la società Futuro Partecipazioni di Michele Scillieri, commercialista ora indagato. I proventi dell’affare sono poi andati dispersi in mille rivoli, con i beneficiari dei pagamenti che spesso erano società vicine ai professionisti bergamaschi.
Insomma, una piccola filiale bancaria all’interno della quale i conti dei due commercialisti della Lega venivano arricchiti con milioni di euro. Un caso al quale un Matteo Salvini già alle prese con una lunghissima lista di problemi dovrà ora guardare con estrema attenzione.
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