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L’accoglienza costa cara: la proposta choc della Lega sull’immigrazione, “punizioni” esemplari che fanno già discutere

Aumentano le forze dell’ordine al confine. Stop all’accoglienza diffusa. E, ultima novità in ordine cronologico, niente più contributi regionali agli alberghi che nel corso degli ultimi cinque anni hanno ospitato profughi e richiedenti asilo. Succede, davvero, in Friuli Venezia Giulia. O meglio potrebbe succedere: la Lega ha infatti depositato, come scrive Il Piccolo, una proposta di legge che contiene degli interventi volti, nelle intenzioni, a recuperare la competitività regionale. E nella quale si legge, tra le righe, la volontà di “escludere il sostegno economico della Regione per ristrutturazioni, acquisto di mobilio e creazione di aree parcheggio. Saranno così colpite, retroattivamente, tutte le attività che negli ultimi anni abbiano deciso di mettere a disposizione le proprie stanze al sistema di accoglienza diffusa”.

Una proposta che si inserisce nel solco della lotta al business dell’accoglienza, uno dei cavalli di battaglia della destra sul territorio. Un provvedimento scritto sulla falsariga di quello approvato tre anni fa in Lombardia e che precisa “possono essere concessi esclusivamente qualora il fatturato dell’attività ricettiva, sviluppato negli ultimi cinque anni, sia integralmente derivante dall’attività turistica”. A spiegarla meglio è stato il capogruppo della Lega Mauro Bordin: “Se ho un hotel e sto sul mercato, il mio guadagno dipende dalla capacità di attirare clientela. Se invece ricevo fondi pubblici per ospitare migranti, ho un introito fisso perché so di avere la struttura piena per mesi: il che mi dà margini sicuri che posso reinvestire”.Un modo, quindi, per combattere un meccanismo che, stando ai leghisti, drogherebbe il mercato: “Le realtà turistiche non hanno questa certezza: si crea una forma di concorrenza sleale”. E che ha subito scatenato proteste a non finire. “Questa norma è allucinante: un provvedimento ingiusto e ancor più ingiusto è che si fissi il criterio della retroattività – ha affermato la vicepresidente di Federalberghi Fvg Cristina Lipanje – Queste strutture decidono di ospitare profughi perché sono in cattive condizioni o decentrate e quindi usano l’accoglienza per avere qualche guadagno”.

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