Che non si dica che Matteo Salvini è cattivo. Per gli amici che se la passano male lui c’è sempre. E non poteva che essere così anche con Gianluca Savoini, travolto dallo scandalo del Russiagate. Ieri il consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, con 39 no e 26 sì la mozione del PD che chiedeva le dimissioni di Gianluca Savoini. Il faccendiere finito al centro delle cronache per presunte tangenti con la Russia, resterà dunque al suo posto di vicepresidente del Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni, l’emanazione lombarda dell’AgCom.
Per quell’incarico – che Savoini ricopre legittimamente essendo stato nominato dal Consiglio regionale – il presidente dell’Associazione Lombardia-Russia percepisce un compenso mensile pari a 1.875 euro (2.594,07 euro lordi) erogato dal Consiglio Regionale della Lombardia.
Dal momento che attualmente l’ex consigliere di Salvini è coinvolto in una vicenda dai contorni poco chiari, quella dell’audio dell’Hotel Metropol di Mosca, l’opposizione ha chiesto che il Consiglio rimuovesse dall’incarico il vicepresidente del Corecom. In realtà anche se la mozione fosse passata il Consiglio regionale non avrebbe avuto gli strumenti per obbligare Savoini a dimettersi.
La Lega però ritiene che l’Aula non abbia il diritto di esprimersi su una vicenda giudiziaria in corso ma solo di valutare l’operato di Savoini come vicepresidente del Corecom. Il punto però non era quello di “processare” Savoini ma di prendere le distanze da una figura, che chiaramente è legata alla Lega, e che a prescindere dai risvolti penali dell’inchiesta di BuzzFeed e de L’Espresso intrattiene rapporti poco chiari con presunti finanziatori stranieri legati a Putin.
C’è anche la questione non secondaria delle funzioni del Corecom, un organo di garanzia e di controllo indipendente sulle telecomunicazioni. È opportuno – chiedono i consiglieri d’opposizione – che a ricoprire un incarico così importante ci sia una persona che non nasconde le sue simpatie per una nazione dove i giornalisti vengono uccisi? Non dovrebbe essere forse la Lega a chiedere a Savoini di fare un passo indietro togliendo dall’imbarazzo il partito e la giunta di Regione Lombardia?
Ma non c’è solo il compenso del Corecom tra i soldi pubblici che finiscono – legittimamente, per carità – nelle tasche di Savoini. L’Espresso rivelava qualche giorno fa che l’uomo del Russiagate ha percepito a partire dal giugno del 2018 2.600 euro mensili (il totale indicato nei documenti è 35mila euro) da Ferrovie Nord Milano Spa, una società quotata in Borsa i cui azionisti principali sono la Regione (con il 58%) e Ferrovie dello Stato. Non si sa per quale incarico…
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