La seconda legge di bilancio del governo Meloni da quando è entrato in carica è stata approvata dalla commissione Bilancio del Senato dopo una lunga notte di votazioni sugli emendamenti. La manovra deve ancora ottenere il mandato al relatore, ma è pronta per l’approvazione definitiva in Parlamento, che dovrà necessariamente avvenire tra Natale e il 30 dicembre. La manovra, inizialmente pianificata per essere approvata entro il 15 dicembre, ha subito alcune correzioni durante la notte per affrontare le preoccupazioni sollevate da diverse parti.
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Taglio delle pensioni, chi ne è esente
Una delle correzioni più contestate riguarda il taglio alle pensioni di 732.000 lavoratori pubblici nei prossimi vent’anni. Alla fine, tutti coloro che raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia e anticipata entro il 31 dicembre di quest’anno sono stati esentati dal taglio. Inoltre, per i medici e gli infermieri, il taglio sarà ridotto di un 36esimo per ogni mese lavorato in più fino a un massimo di tre anni di lavoro aggiuntivi.
Per quanto riguarda il progetto del Ponte sullo Stretto, il governo ha accettato una rimodulazione dei fondi, aumentandoli a 11,6 miliardi di euro. Tuttavia, non tutto il finanziamento verrà dal bilancio dello Stato. Lo Stato contribuirà con 9,3 miliardi, mentre i restanti 2,3 miliardi saranno coperti dal Fondo di sviluppo e coesione, di cui 718 milioni saranno forniti dai ministeri e 1,6 miliardi da Calabria e Sicilia.
Manovra, tasse e imposte: aumenta la cedolare secca e rispunta l’IMU
La manovra prevede anche un aumento della cedolare secca sugli affitti brevi. Per il primo immobile messo in affitto per periodi inferiori a un mese, l’aliquota rimarrà al 21%, mentre per le proprietà successive, la tassa aumenterà al 26%.
Inoltre, l’imposta sugli immobili, l’IMU, è stata reintrodotta in alcuni Comuni. Per 211 Comuni più piccoli, sarà possibile fissare le aliquote entro il 30 novembre per il 2023, con il termine per la pubblicazione spostato al 15 gennaio 2024.
Infine, Forza Italia ha tentato di ottenere un slittamento del Superbonus per i lavori di ristrutturazione, ma la richiesta non è stata inclusa nelle modifiche alla manovra. Le opposizioni, tra cui PD, M5S, Italia Viva, Azione e Avs, hanno sottoscritto un emendamento comune per destinare 40 milioni a misure per il contrasto alla violenza di genere, compreso il potenziamento delle case rifugio e dei centri antiviolenza.
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