Matteo Renzi Show, altro che Leopolda 9. Sarebbe questo il titolo corretto della kermesse renziana andata in scena a Firenze. Lui entra da star, acclamato dal pubblico. Poi prende posizione su un banco e dà vita a quello che lui stesso definisce il suo “primo giorno da conduttore televisivo”. E inizia a intervistare, come se fosse Fazio a “Che tempo che fa”. La Leopolda renziana del 2018, quindi, è un tripudio di immagini, musica, interviste, scenografie, con la DeLorean di “Ritorno al Futuro” (che poi è il vero titolo della kermesse) che fa da sfondo. “Ma noi siamo quelli che restano in piedi e barcollano su tacchi che ballano”. È la prima volta che la Leopolda per aprire la kermesse sceglie De Gregori, la storica voce e colonna sonora della sinistra e del Pd che poi frastornata dalla politica reale, dai Dem ha preso una certa distanza.
Ed è proprio sulla malinconia e la forza struggente di “Quelli che restano“, sparata a tutto volume, che Renzi prende la rincorsa per salire sul palco, acclamato come una star dinanzi a una platea di ultras. Quelli che restano, appunto, che poi sono tanti, a contarli. “Quando si perde, ti giri e la stragrande maggioranza di chi ti stava intorno dice ‘Renzi? Mai visto prima’. È la sindrome del beneficiato rancoroso che caratterizza un po’ del gruppo dirigente, gente che fino al giorno prima è lì e poi dice ‘oh, io te lo dicevo che sbagliavi’”, va all’attacco l’ex segretario Pd.
Ad applaudire Renzi ci sono Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, Simona Bonafè, gli amici di sempre. Agnese Landini, la moglie. Graziano Delrio e Pier Carlo Padoan, fra gli ex ministri, gli unici rimasti fedeli, con Valeria che per l’appunto fa Fedeli di cognome, che ieri con la vicesindaca Cristina Giachi ha guidato il tavolo dell’istruzione. C’erano Ettore Rosato, il finanziere Davide Serra, Ivan Scalfarotto, l’assessora regionale Stefania Saccardi che dei traditori non si stupisce: “Quando perdi il potere puoi cancellare i due terzi della rubrica, ma quelli che restano sono quelli con un’identità propria e i veri amici”.
Alla Leopolda si sono affacciati anche Federico Gelli e i consiglieri regionali Monni e Gazzetti. Insieme a tutta quella marea umana mai vista prima di venerdì sera. “Fossero venuti quando eravamo al governo”, dice con un sorriso il consigliere comunale Pd Leonardo Bieber… Da Jovanotti a De Gregori, dal rock dei Muse alle ballate del Principe. Il vero show va in onda con Paolo Bonolis nelle vesti di intervistato.”Nella commedia all’italiana abbiamo avuto grandi coppie comiche come Totò e Peppino o Franco e Ciccio. Ora abbiamo Salvini e Di Maio. Anche loro hanno il tormentone, come le grandi coppie comiche: per loro sono sempre i migranti”.
Così Bonolis ha scherzato sul palco della Leopolda. “Salvini e Di Maio usano il decreto in maniera definitiva. Perché per decreto la povertà non esiste più, proprio come le buche a Roma”. A Renzi poi regala un poncho degli Intilimani: “Così c’hai ancora qualcosa di sinistra”. Il conduttore, infine, punzecchia l’ex presidente del Consiglio: “Fortissimo era anche il trio composto da te, D’Alema e da Bersani. Ve lo ricordate il pezzo che facevano sulla rottamazione? Ammazza, quanto faceva ride, aoh. I bambini miei hanno voluto anche il dvd”.
Renzi ribatte sarcasticamente: “È che non te l’avevo detto, ma alla Leopolda, appena dici il nome D’Alema, parte subito l’entusiasmo”. Poi la chiacchierata tra il serio e l’ironico va a toccare temi molto importanti come cultura, social, fede e paternità. Renzi ha inoltre intervistato il virologo Roberto Burioni, per parlare di vaccini e la giornalista di Repubblica Federica Angeli, minacciata dal clan Spada.
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