Applausi per un’atleta italiana è stata applaudita a lungo per un gesto di grande sportività. Mariaclotilde Adosini è una schermitrice che si apprestava ad affrontare la gara per la Coppa del Mondo Under 20 di spada femminile. La competizione si tiene a Beauvais, nell’Alta Francia. Adosini si classifica dodicesima all’ultimo incontro utile per passare il turno. E vincerebbe, per un solo punto, 15-14 contro la sua rivale francese, Juliette Baudinot. Dopo un’ora comunica all’arbitro che sul 13-12 le è stato assegnato un doppio punto per errore. Si ripete l’ultimo minuto di tirate e stavolta Adosini perde. Prima delle finali le è stata concessa un‘emozionante passerella d’onore.
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Mariaclotilde Adosini da applausi, la sportività che vale una medaglia
Adosini ha perso la possibilità di qualificarsi per le finali di Coppa del Mondo Under 20 di spada femminile a Beauvais. Ma ha compiuto un gesto di grandissimo valore sportivo. A passare il turno è stata la sua avversaria, Juliette Baudinot. A un minuto dalla fine, Mariaclotilde tira una stoccata che la porta sul 13-12, ma l’arbitro le assegna due punti per errore. Il match finisce 15-14. Il tempo per le contestazioni, nella scherma, è immediato. Dopo può essere riconosciuto un errore, ma non si rimette in gioco nulla. In questo caso, però, l’arbitro ha proposto a Mariaclotilde di tirare di nuovo il minuto finale, ripartendo dal 13-12. Alla vittoria, stavolta, arriva la sua avversaria.
Tutti hanno apprezzato, però, il grande gesto di fair play, davvero inusuale perché non contemplato nemmeno nel regolamento. Mariaclotilde Adosini è stata invitata in pedana prima delle finali del mondiale, per prendersi un lungo applauso del pubblico e l’encomio della madrina della serata, Laura Flessel. Proprio l’idolo di Adosini campionessa in erba, che le dedica parole di ammirazione.
Mariaclotilde Adosini, il gesto di fair play è da applausi: “Lo rifarei ancora”
Il commento di Adosini è commovente. “La notizia mi ha colto di sorpresa, impreparata. E per un attimo tanti pensieri hanno affollato la mia testa. Ma ciò che per me più contava in quel momento, tanto da prevalere senza alcuna esitazione, era scegliere quale fosse l’azione moralmente giusta da fare. Nonostante potesse sembrare facile accettare la vittoria già proclamata, ho sentito che tornare in pedana, per ri-disputare quell’ultimo minuto, sarebbe stato più corretto nei confronti dell’avversaria, nel rispetto del nostro sport. Ho perso, pazienza. Lo rifarei ancora. Perché la natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia, dalla mia sala scherma e in particolare dal mio maestro Francesco ‘Ciccio’ Calabrese”.
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