Quante giravolte, negli ultimi mesi, per Matteo Salvini. Perfetta dimostrazione di come il sovranismo si nutra di incoerenze, nel tentativo di intercettare lo scontento dei cittadini sempre e comunque anche quando questo significa cambiare continuamente idea. E così ecco di colpo la Lega ritrovarsi ad auspicare un governo Draghi, quel Draghi che fino a poche settimane fa era un simbolo dell’Europa brutta e cattiva contro la quale lottare. Il tutto pur di far fuori l’odiato premier Giuseppe Conte, quello che nel frattempo è diventato avversario di Bruxelles e sfida la Merkel faccia a faccia come mai Salvini ha avuto il coraggio di fare. Il mondo del Carroccio, di colpo, si è rovesciato.
Ultimo, magnifico atto della recita salviniana è stato l’attacco all’Unione “covo dei serpi e degli sciacalli”, un affondo contro i cosiddetti “rigoristi del nord” contrari ad aiutare l’Italia e gli altri Paesi in difficoltà con la solidarietà finanziaria senza condizioni. Peccato l’ex ministro non abbia capito come, nel fronte nemico, si trovino anche quei partiti nazionalisti e sovranisti del nord Europa con i quali fino a ieri è andato a braccetto. Molti, sono anche alleati della Lega al Parlamento europeo. Schieramenti che non sono al governo nei rispettivi Stati, ma influenzano fortemente l’opinione pubblica.
In Olanda, per dire, i sovranisti sono contrari a ogni forma di condivisione del debito. Stop, quindi, all’idea degli eurobond chiesti dall’Italia. Ognuno pensi ai suoi guai, solidarietà zero. Una linea condivisa dal capo del PVV Gert Wilders, quello che in tempi non sospetti saliva sul palco di piazza Duomo a Milano insieme a Salvini per chiudere la campagna elettorale in vista delle elezioni europee. In Germania, invece, tra i difensori del rigore sempre e comunque ci sono i nazionalisti dell’Afd, formazione di estrema destra che con la Lega siede sugli stessi banchi all’Europarlamento. E che è arroccato su posizioni ben più severe, nei nostri confronti, di quelle della stessa Angela Merkel.
La lista è lunga, lunghissima. Sulla stessa lunghezza d’onda sono, per dire, i nazionalisti finlandesi guidati da Jussi Halla-aho, che in questi giorni ha spiegato chiaro e tondo il suo pensiero: “I
contribuenti finlandesi non dovrebbero pagare il conto per altri cittadini europei che evadono le tasse”. Quando c’è da urlare slogan di piazza, dunque, i sovranisti accorrono tutti felici e sorridenti. Quando è tempo di aiutarsi a vicenda per uscire da una crisi senza precedenti, invece, auspicano che l’Italia sia abbandonata a sé stessa. Vatti un po’ a fidare degli amici di Salvini…
L’Italia trova nuovi alleati in Europa: 14 Paesi si schierano contro la Merkel