Per il vertice della commissione Ue “leggevo l’ipotesi di un socialista olandese, il signor Timmermans, che già in passato si distinse per parole dure nei confronti dei lavoratori e del popolo italiano”. Un messaggio chiaro, preciso, indirizzato da Matteo Salvini a Bruxelles. Una presa di posizione netta da parte di una Lega che ormai detta sempre più la linea al nostro Paese in Europa, il premier Conte sempre più in un ruolo di subalternità rispetto al Capitano.
“Mi sembra che l’Europa debba nascere nel nome del diritto al lavoro, alla vita, alla salute e non nel nome della precarietà, dell’austerità, dei tagli e dei ricatti: un socialista, un uomo di sinistra a presiedere la Commissione europea mi sembra l’ultima delle scelte rispettose della volontà popolare e sicuramente non lo sosterremmo”. Più chiaro di così, si muore. Sul nome di Timmermans, l’Italia si è così scontrata con Francia e Germania, mettendosi alla testa di 11 Paesi (quasi tutti dell’est) contrari alla designazione del socialista.
Una scelta che, però, è sembrata più in linea con la politica personale di Salvini che con il bene del nostro Paese. Per ora, infatti, la procedura d’infrazione contro l’Italia non ci sarà, scongiurata dopo l’assestamento di bilancio. In autunno, però, le cose cambieranno e il nuovo governo europeo tornerà a puntare i suoi fari sull’Italia, in vista della manovra 2020.
Timmermans, da questo punto di vista, sarebbe stato un potenziale alleato per il nostro Paese. Non essendo un rigorista, per quanto socialista, non sarebbe stato difficile immaginare spazi meno ristretti per l’Italia in caso di sua elezione. Elezione ormai probabilmente sfumata, grazie anche all’opposizione di Salvini. Che allo Stivale, in questo momento, non sembra pensare troppo.
Roma, l’allarme dei medici: “Si rischia l’emergenza sanitaria”