Questa dell’austerity imposta dall’Europa è diventata una specie di storia infinita che sta costando tantissimo all’Italia. Soprattutto agli italiani, che a causa della procedura di infrazione per “deficit eccessivo” si vedranno tagliare il Welfare per altri 10/12 miliardi ogni anno. Se non di più. Come se i tagli decennali che hanno colpito la Sanità, la Scuola e tanti altri settori non fossero bastati. Quelle di Bruxelles sono politiche che stanno letteralmente spolpando il nostro Paese.
Non solo per la richiesta di riduzione del rapporto fra deficit e Pil di almeno uno 0,5% l’anno, ma anche per le politiche green che rappresenteranno un salasso per le tasche dei cittadini. Sempre che, come chiedono in molti, non si istituisca un fondo straordinario di intervento per la messa in regola delle case rispetto ai nuovi criteri “ecologici”. La cui portata, peraltro, sarà quasi ininfluente sull’inquinamento mondiale, visto che l’Europa pesa sulle emissioni nocive solo per il 7%. Ma questo è un discorso che dovremo affrontare nel prossimo futuro. Mentre nell’immediato il Governo Meloni si trova quest’altra gatta da pelare. E non è cosa da poco.
La procedura a cui dovrà sottostare l’Italia toccherà ad altri 6 Paesi: Francia, Belgio, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Malta. Ma non è un mal comune mezzo gaudio. L’esecutivo di centrodestra dovrà trovare ogni anno il modo di tagliare 10/12 miliardi di spesa nel bilancio pubblico. La cifra esatta sarà nota quando saranno decisi i percorsi di aggiustamento dei conti statali secondo le nuove regole del Patto di Stabilità.
“Se la situazione lo richiederà, raccomanderemo un aggiustamento maggiore allo 0,5%“, ha spiegato il vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis, uno dei falchi dell’austerità. Nella peggiore delle ipotesi, questo potrebbe portare a un taglio dell’1,08%, che corrisponderebbe a 20 miliardi annui da trovare nelle pieghe del bilancio statale. Una cifra che metterebbe a serio rischio la sostenibilità, fra l’altro, delle riforme fiscali volute dal Governo. Sarebbe una vera e propria mazzata, perché da una parte l’Europa ci chiede riforme migliorative, dall’altro – di fatto – ci impedisce di metterle in atto. Con pessime conseguenze per la nostra economia e per i cittadini.