Il senatore Matteo Renzi ha concesso un’intervista a tutto tondo al quotidiano “L’Avvenire”, in cui rivendica di aver lanciato lui Elly Schlein ai vertici del Partito democratico. “Elly? L’ho inventata io”. Il giornale della Conferenza episcopale italiana ha intervistato Renzi dopo il consenso ricevuto per il suo intervento in aula contro le azioni del governo che hanno portato al disastro di Cutro, in cui sono morte almeno 72 persone.
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Matteo Renzi: “Elly Schlein? L’ho inventata io”
Eugenio Fatigante pone al senatore Renzi una lunga serie di domande sulle pagine dell’Avvenire. Tra queste trova spazio anche una digressione su Elly Schlein. Le 37enne è la neoeletta segretaria del Partito democratico sull’onda del favore popolare, che ha sovvertito il favore degli iscritti al partito, a scapito di Stefano Bonaccini.
Fatigante domanda se la sua elezione ha sorpreso il senatore. “All’inizio ero convinto vincesse Bonaccini. Col passare della campagna era evidente che Schlein stesse crescendo. Adesso il Pd è un partito di “sinistrasinistra” che merita il nostro rispetto. Ma è molto lontano dalle nostre battaglie. Alla fine meglio così. Distinti e distanti, smetteremo di becchettarci ogni giorno. Ormai siamo due realtà totalmente diverse. Loro fanno il Pd massimalista, noi facciamo i riformisti”.
Renzi: “Elly Schlein una mia scoperta”
Il governo Renzi ha il primato del maggior numero di donne tra i ministri nella storia repubblicana. Sulla scia di questa riflessione, il senatore fiorentino arriva a parlare di Elly Schlein, sua “collega” alla direzione del Pd. Al di là delle differenze tra il possibile Pd di Schlein e il riformismo del terzo polo che vede il ticket tra Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Renzi, però, cosa apprezza di più il senatore sulla politica luganese? “Fu il mio Pd a candidare al parlamento europeo Elly Schlein, grazie alla ‘rottamazione’. Oggi come allora ne apprezzo la freschezza e la determinazione: sui contenuti però ci divide molto, moltissimo. E soprattutto ci divide l’idea di società. Niente di personale: siamo semplicemente due realtà ontologicamente e profondamente diverse”.
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