I libri possono essere maestri di vita e compagni fedeli, in molti modi differenti. Possono indicare la strada in un periodo buio, oppure insegnare qualcosa di importante. Questo Alessandro Turco, 46 anni, lo sa bene, perché da quei suoi amati libri che sono stati per lui il carburante di una nuova vita, non si è più separato. Romano di Casal Bruciato, Alessandro più che un rigattiere è un “salvatore di libri”, come lui ama definirsi. Oltre che un avido lettore di ciò che gli capita a tiro. “Fino a 10 anni fa ristrutturavo case. Spesso erano piene di libri di cui la gente voleva disfarsi. Io li salvavo dai cassonetti e li portavo da me, giù in cantina. Dopo, con la crisi dell’edilizia, ho perso il lavoro. Dovevo reinventarmi. E quei libri sono stati il carburante della mia nuova vita. Li ho portati in giro, tra gli anfratti e i borghi della città. Li offro in cambio di un’offerta o anche di nulla. Mi hanno comunque reso un uomo libero”.
Dal 2010 Alessandro sgombera gratis locali, appartamenti polverosi, soffitte e sottoscala pericolanti colmi di testi usati che poi espone nel suo particolarissimo banco, che da tre anni è una presenza fissa nei pressi di piazza Bologna. “Sì, qui mi sento a casa. Sono diventato un punto di riferimento per i residenti e per molti studenti. Quando i ragazzi sono a corto di soldi gli regalo i manuali universitari. Anche così circola il sapere”. Dunque è proprio lì, vicino al 56 di viale delle Provincie, dove Alessandro traffica con i “suoi” libri: niente prezzi, perché a deciderne il costo sono i clienti.
“La cultura – rivendica con orgoglio in un intervista con
Repubblica – è impagabile. Chi vuole, prende uno o più volumi, lascia quello che vuole e va via. Certo, c’è anche chi sceglie 4 libri e lascia 50 centesimi. Ci sta, ma non è proprio il massimo per me che comunque vivo di questo. Lavoro 8 ore al giorno e racimolo in media 20 euro. Se va bene fino al doppio. Eppure sono felice. L’importante è leggere”.
In tempi di Covid, con mascherina sul volto e gel disinfettante a portata di mano, Alessandro continua da intrattenere passanti e lettori di ogni età. Dall’altro lato della strada, Alessandro ha uno sgabuzzino: “L’ho preso in affitto per custodire i libri, da lì a qui li trasporto con un carrello. Tutti i giorni, aspettando anche di mettermi a posto con il suolo pubblico. “Attendo la concessione, pagherò quanto devo e non ho nessuna intenzione di smettere. Non posso dire che sia un lavoro a tutti gli effetti, perché è molto di più, è la mia vita, il mio mondo e la mia ritrovata libertà”.
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