Una puntata che si presentava come una delle più infuocate degli ultimi mesi, quella che ha visto Matteo Salvini sedersi di fronte a Lilli Gruber per prendere parte a Otto e Mezzo andato in onda lo scorso 8 maggio. E che non ha certo deluso gli spettatori, considerando i tanti siparietti andati in onda. Il vicepremier ha detto la sua sul caso Siri e sulla vicenda del Salone del Libro di Torino, questioni che hanno infiammato il dibattito politico degli ultimi giorni.
Anche il sistema televisivo è stato al centro dell’intervista a Salvini. La Gruber ha iniziato la trasmissione pizzicando il ministro su una sua dichiarazione in un comizio datata al giorno prima della messa in onda: “Lei ha detto che oggi le toccava venire qui e ne ha fatto anche una questione di simpatia. Ora, al netto del fatto che mi aspettassi almeno un mazzo di fiori di scuse, visto che lei è qui, le costa molto partecipare a questa trasmissione?”.
“Io le voglio tantissimo bene – ha detto un Salvini leggermente imbarazzato – e ritengo che questa trasmissione sia assolutamente equilibrata”. Risposta che non gli ha risparmiato una tirata di orecchie della conduttrice: “Perché allora dice sciocchezze in un comizio? Non è stato molto educato, sa?”. Matteo Salvini ha risposto dicendo di essere pagato per fare il ministro dell’Interno, ma la Gruber aggiunge, severa: “La pagano anche per essere educato, mi creda”.
Poi il capitolo Fazio, con Salvini che ha rifiutato di prendere parte a Che Tempo Che Fa: “Io non aggredisco Fazio, io ritengo ingiustificato uno stipendio da 3 milioni di euro all’anno. Posso ritenere immorale uno stipendio da 3 milioni di euro all’anno per fare politica sulla televisione pubblica?”.
La Gruber a quel punto ha risposto: “Vorrei ricordarle, avendo lavorato tanti anni nel servizio pubblico, che un vicepremier, nonché ministro dell’Interno, non dovrebbe proprio pronunciarsi su ciò che accade per le singole persone che lavorano nel servizio pubblico. Questo non le è venuto in mente? Avete tutti promesso in campagna elettorale che i politici non si sarebbero occupati della Rai”.
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