Silvio Berlusconi snobbato dall’ormai ex amico Vladimir Putin. È questa la rivelazione fatta in esclusiva da Lucio Caracciolo a Otto e mezzo. Il direttore della rivista Limes è ospite di Lilli Gruber nella serata del 30 marzo. Dopo aver confermato l’affidabilità di un sondaggio che vedrebbe la popolarità del presidente russo Vladimir Putin schizzare fino all’83%, Caracciolo rivela che lo zar non avrebbe risposto ad una telefonata di Berlusconi.
Lilli Gruber legge in diretta una notizia Ansa secondo cui l’istituto “indipendente” di sondaggi Levada certifica che la “popolarità di Putin non è mai stata così alta come in questo momento. È arrivata all’83%. Questo dato cosa ci dice, se fossero vere queste indagini statistiche? Fermo restando che la Casa Bianca ha riferito che Putin è informato male dai suoi sull’andamento della guerra”, domanda al suo ospite.
“Il centro Levada è sicuramente il più serio istituto di statistica che esista in Russia. – replica Caracciolo – È indipendente e Putin lo tiene in piedi perché, non fidandosi giustamente della sua intelligence, vuole capire in maniera più diretta cosa ne pensano i russi. Quindi se Levada dice che l’83% dei russi è d’accordo con Putin, è molto probabile che sia vicina alla realtà. Sono dati credibili che ci confermano che quando c’è la guerra i russi non vanno troppo per il sottile. Le sanzioni hanno l’effetto di radunare intorno al leader coloro che non lo sopportano”.
“Forse dovremmo anche accettare il fatto che il 24 febbraio è cominciato un altro secolo. Non c’entra granché con quello che accadeva prima. Tra l’altro mi risulta che Berlusconi abbia provato a chiamare Putin, ma dall’altra parte non è stato alzato il telefono”, rivela poi Caracciolo. “Non gli ha risposto”, chiosa la Gruber. “È tutto un altro clima e questo clima porta evidentemente la necessità di una propaganda al 100%. anche da questa parte, intendiamoci, c’è una certa facilità a raccontare cose che poi magari non vengono verificate. Ma è chiaro che in questo momento la Russia è compattata. E questo è un problema molto serio perché una Russia in questa condizione, anche di opinione pubblica, difficilmente vorrà arrivare a un vero negoziato”, precisa lo storico per concludere.
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