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L’incubo coronavirus torna a Wuhan, i cittadini obbligati a una nuova quarantena

A Wuhan l’incubo coronavirus non si può ancora considerare alle spalle. La città dove si è diffusa l’epidemia di Covid-19, diventata di colpo famosa in tutto il mondo, ha infatti fatto registrare 126 nuovi casi di contagio, mentre per fortuna nelle aree circostanti non sono al momento stati riscontrati cittadini positivi. A riferirlo è stata la Commissione Nazionale per la Sanità cinese in un bollettino. Dei trenta nuovi decessi, 29 sono stati registrati nello Hubei e uno sull’isola-provincia di Hainan, mentre sono almeno 36 i casi confermati importati dall’estero. 

Per i residenti di Wuhan sono così scattate di nuovo “le misure di auto-tutela” in maniera rafforzata, con i cittadini costretti a rimanere a casa ed evitare di uscire se non per necessità al fine di scongiurare la ripresa dei contagi. In un comunicato postato sul sito della città, il segretario del Partito comunista locale Wang Zhonglin ha detto che “il rischio di rimbalzo della pandemia resta alto a causa di fattori interni ed esterni”. Ragioni che spingono a “mantenere le misure di prevenzione e controllo”. La città allenterà l’8 aprile lo stop ai viaggi in uscita. In questo momento in tutto il mondo sono oltre 3,38 miliardi le persone nel mondo sottoposte a una qualche forma di restrizione nel tentativo di contrastare la diffusione del coronavirus. Lo calcola la Afp: si tratta di circa il 43% del totale della popolazione mondiale (ovvero quasi quattro persone su 10) che, secondo un calcolo al 2020 delle Nazioni Unite, conta 7,79 miliardi di persone.Le prime restrizioni sono state adottate alla fine di gennaio nella provincia cinese di Hubei e nella città di Whuan, dove l’epidemia ha avuto origine, ma lo scorso 18 marzo le misure interessavano già 500 milioni di persone. Cifra questa raddoppiata entro il 23 marzo arrivando ad un miliardo, salendo poi a due miliardi il giorno successivo fino ad interessare oltre tre miliardi di persone nel mondo il 25 marzo.

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