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L’influenza dei Big Tech e la sovranità dei governi. Attacco alla democrazia

L’influenza sempre più forte delle grandi aziende tecnologiche, guidate da figure come Elon Musk e Mark Zuckerberg, sta sollevando serie preoccupazioni riguardo alla perdita di controllo da parte dei governi democratici. È necessario un intervento politico deciso per contrastare questo fenomeno e riprendere il controllo sulle tecnologie. L’impatto dei monopoli del Web è un tema di grande rilevanza pubblica che coinvolge tutti i cittadini e tocca il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche.

L’influenza delle lobby tecnologiche e il ruolo della politica

Luca Angelini, in un articolo sul Corriere della Sera, ha sottolineato quanto sia cruciale che la politica riconosca l’entità del problema e si attivi per affrontare l’influenza delle lobby di Big Tech, rappresentate da figure come “guru affascinanti (e autoproclamati) come Elon Musk”. È importante notare che il problema non riguarda solo Musk; sarebbe troppo semplicistico puntare il dito contro un singolo personaggio “non allineato”, poiché tutti i leader delle grandi aziende tecnologiche svolgono un ruolo in questo scenario.

Anche Marietje Schaake, ex europarlamentare olandese e autrice del libro The Tech Coup: How to Save Democracy From Silicon Valley, ha lanciato l’allarme: “I governi democratici hanno perso la loro posizione di guida nel mondo digitale. Al contrario, le aziende private e i loro dirigenti stanno assumendo sempre più potere”. Schaake ha messo in evidenza come la crescente dipendenza delle società dalle tecnologie abbia consentito a queste aziende di accumulare un potere eccessivo.

Il caso del Brasile e la battaglia per la sovranità digitale

Un esempio concreto di questo problema è il recente scontro tra Elon Musk e la Corte suprema del Brasile, che ha sospeso la piattaforma X per il rifiuto di eliminare account coinvolti nella diffusione di fake news e per non aver nominato un rappresentante legale in Brasile. Schaake sostiene che questo caso dimostra chiaramente quanto affermato nel suo libro: le grandi aziende tecnologiche hanno acquisito un controllo crescente, mentre i governi democratici stanno perdendo la loro capacità di regolamentare efficacemente.

L’ex parlamentare europea vede anche un’opportunità in questa sfida: “Le autorità democratiche possono rivendicare la loro sovranità e imporsi efficacemente nel settore tecnologico, se decidono di agire con determinazione”. Il potere di legiferare e far rispettare le normative è ancora nelle mani dei governi, come dimostra anche l’arresto di Pavel Durov, fondatore di Telegram, in Francia. Secondo Schaake, questi episodi segnalano che “l’era dell’impunità per i social media nel mondo democratico sta volgendo al termine”.

L’urgenza di regolamentare il settore tecnologico

L’ascesa di Big Tech non riguarda solo figure come Musk o Zuckerberg, ma l’intero ecosistema delle aziende tecnologiche, che spesso operano in zone d’ombra legali. Come sottolinea Schaake, è essenziale che i governi agiscano per “ridurre la dipendenza eccessiva dalle grandi aziende tecnologiche”. Ciò implica non solo la creazione di regolamenti efficaci, ma anche il rafforzamento delle competenze tecnologiche all’interno delle istituzioni pubbliche.

Schaake conclude ribadendo che, se la democrazia vuole sopravvivere, i leader devono “affrontare apertamente questo colpo di stato tecnologico” e chiedere alle aziende di rendere conto in modo concreto delle proprie azioni. La riconquista della sovranità tecnologica diventa, quindi, un imperativo per il futuro degli Stati, e deve diventare una priorità per i governi, affinché la tecnologia non sia guidata esclusivamente dagli interessi privati di un ristretto gruppo di potenti aziende.

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