Poco lontano c’è il premier Conte che pronuncia un lunghissimo discorso, quello che anticipa la richiesta di fiducia da parte del governo giallorosso al Parlamento. In strada, a qualche passo da Montecitorio, ci sono invece Matteo Salvini e Giorgia Meloni, protagonisti della manifestazione di protesta indetta dalla Lega che continua a chiedere il ritorno al voto.
Slogan che tornano, quelli già annunciati nelle scorse ore, con la Meloni a fare da padrona della manifestazione, rubando anche la scena a Salvini: “In nome del popolo sovrano. No al patto della poltrona”. Attacchi al Pd e ai Cinque Stelle, soprattutto a quei dem che vengono ancora indicati come “servi dell’Europa”, “al servizio delle banche” e via via, in una retorica sovranista già vista in passato in campagna elettorale e tornata prepotente ora che il centrodestra è per intero all’opposizione.
Una manifestazione senza troppi simboli politici ma con notevoli polemiche, quelle che hanno accompagnato l’ennesimo siparietto di cattivissimo gusto andato in scena in questa e in altri eventi simili già visti in passato. Parte l’inno d’Italia, tanti presenti lo cantano con il braccio alzato, teso, rievocando quel saluto fascista che troppo spesso salta fuori quando a scendere in piazza è la destra più populista.
Verso le 11, quando Conte iniziava a prendere parola alla Camera, sono saliti sul palco Giorgia Meloni e Matteo Salvini: “Continuate a stare con noi, riempiamo tutte le strade” ha iniziato la leader FdI, seguita poi dall’ex Ministro dell’Interno. “I parlamentari chiusi dentro il palazzo perdono onore e dignità. Un pensiero a quei giornalisti che dicono che in piazza non c’è nessuno. Servi dell’informazione”.
Scuola, ambiente, lavoro, Sud, giovani e Europa: il discorso di Conte per la fiducia