Nelle ultime settimane Alessandro Orsini è diventato assoluto protagonista della polemica mediatica. Le analisi sulla guerra in Ucraina del professore della Luiss hanno sollevato un polverone di polemiche. Orsini viene in pratica accusato di sostenere posizioni troppo filo Putin. Ma tutte queste critiche feroci, unite al morboso interesse per la sua vita privata, rischiano di avere delle conseguenze drammatiche, come spiega lui stesso in un lungo post pubblicato su Facebook.
“So che molti stanno frugando nella mia vita privata. – denuncia Orsini su Facebook – Chiedo una gentilezza a tutti coloro che mi conoscono: non rivelate informazioni su di me. La mia riservatezza è legata a un tratto caratteriale, ma c’è dell’altro. La natura del mio lavoro mi espone a un certo tipo di pericoli da sempre. È necessario che le informazioni sulla mia famiglia non vengano divulgate perché questo potrebbe compromettere la mia incolumità e quella dei miei cari”.
“So anche che molti stanno frugando nei miei post Facebook più antichi. – prosegue Alessandro Orsini – Vi prego di frugare bene e di non tagliare o selezionare strumentalmente soltanto ciò che è comodo per attaccarmi. Ad esempio, i miei post su Napoli sono numerosi. Ma tutti conducono alla stessa conclusione: amo profondamente la mia città e sono super-fiero di essere napoletano. E, più in generale, di essere meridionale”.
“Quanto ai miei post sui bimbi africani che annegano nel Mediterraneo, vengono strumentalizzati e deconstestualizzati. – si difende ancora il professore – Ho scritto quei post in difesa dei bambini africani. E non certamente contro gli immigrati. Accuse grottesche. Ho scritto un libro intitolato ‘Viva gli immigrati’. E ho dedicato la mia vita a lottare contro ogni forma di razzismo e di antisemitismo”, conclude.
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