Un’indole spericolata che rischia di rischiare carissimo a Matteo Salvini. Quella che l’ha portato, confortato da una costante ascesa negli indici di gradimento degli italiani, a sognare di poter riportare l’Italia al voto a un anno di distanza dall’ultima chiamata alle urne, spazzare via il suo stesso governo, quello in coabitazione con il Movimento Cinque Stelle, per crearne uno con un solo uomo al comando, ovviamente il Capitano stesso. Premier di un esecutivo di centrodestra a trazione esclusivamente verde.
Le piazze, habitat naturale del leader in costante campagna elettorale, hanno mostrato di colpo un alto volto. Applausi scroscianti e cori da stadio hanno lasciato il posto alle contestazioni, sempre più frequenti a ogni latitudine. Sui social le cose vanno anche peggio: Salvini è riuscito a sabotarsi da solo, facendo sì che argomento come i migranti o Bibbiano, suoi cavalli di battaglia, finissero nel dimenticatoio. Tutti parlano della crisi da lui stesso voluta. Il resto è acqua passata. Non bastasse, il Capitano è riuscito pure a resuscitare i suoi avversari e a farli parlare tra loro. È riuscito a pacificare il Pd, con Renzi che oggi condivide l’idea di una maggioranza Pd-Cinque Stelle con D’Alema e Franceschini, fino a ieri suoi nemici giurati. È riuscito a ridare spolvero a Luigi Di Maio, a far riapparire Silvio Berlusconi. Recuperare l’errore non sarà facile. Le incognite si moltiplicano. La sensazione di un mezzo suicidio è fortissima.
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