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L'iPhone crea dipendenza: parola di Tony Fadell, uno di coloro che lo hanno inventato

L’iPhone è di nuovo sul banco degli imputati. Se per lungo tempo il dispositivo creato da Apple è stato accusato di creare vera e propria dipendenza negli utenti, ora è uno di coloro che hanno contribuito a crearlo, Tony Fadell, ad uscire allo scoperto, confermando le voci a lungo circolate al riguardo.
L’ammissione di Fadell, affidata a Twitter, arriva a poche ore da una richiesta elevata alla casa di Cupertino da parte di due investitori, i quali avevano chiesto senza giri di parole di valutare i rischi corsi in particolare dai minori con l’uso prolungato dello smartphone. Una richiesta peraltro estesa a tutte le aziende del settore, in nome di una responsabilità sociale troppo spesso disattesa.

Le ammissioni di Fadell

Le ammissioni di Fadell sui danni resi possibili da un utilizzo troppo prolungato di iPhone sembrano non lasciare alcun dubbio al proposito. Il fondatore di Nest ha infatti ricordato come già un’inchiesta condotta da Time To Log Off nel Regno Unito avesse evidenziato come adulti e bambini passino rispettivamente 8 e 6,5 ore davanti al proprio device di telefonia mobile.
I risultati di questa dipendenza si traducono poi in una serie di incidenti alla guida, con ben nove vittime e oltre mille feriti al giorno. Tanto da spingere più di un osservatore a parlare di vero e proprio allarme sociale, sotto la spinta dei report che evocano il pericolo di depressione e di disturbi del comportamento a carico dei minori che usano troppo lo smartphone.
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Voci di vecchia data

Le ammissioni di Fadell sono in pratica la conferma di quanto sostenuto da più parti e ormai da anni. Basti pensare al riguardo come studi citati dal New York Magazine nel 2013 già denunciassero la presenza di vertigini, nausea ed emicrania nei soggetti che abusavano del proprio iPhone, sottoponendosi ad effetti zoom e animazioni grafiche.
Un pericolo del resto ammesso implicitamente dalla stessa casa produttrice, la quale si era spinta a consigliare l’uso del Reduce Motion, in modo da poter gestire meglio le animazioni. Senza però che in questi anni sia poi stato preso alcun provvedimento teso perlomeno a preservare i bambini dagli effetti deleteri di un uso troppo prolungato del dispositivo.
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Effetti preoccupanti

Se oggi si parla di dipendenza, già da anni era noto come l’uso dell’iPhone potesse essere causa di una lunga serie di problemi, segnalati da vari studi. A partire da quello condotto dai ricercatori della Mayo Clinic, i quali avevano sostenuto come l’uso di questi device prima di dormire fosse in grado di portare infine alla privazione del sonno.
Un altro studio aveva invece evocato un nuovo disturbo, la nomofobia, ovvero l’insorgere di sintomi come eccessiva sudorazione o nausea alla sola idea di dover andare ad espletare i bisogni corporali senza avere a portata di mano lo smartphone.
Proprio dall’iPhone era poi stata fatta discendere una curiosa patologia, ovvero l’iPosture, di cui soffrono più di otto giovani su dieci. I sintomi tipici di questa problematica sono il mal di schiena e il torcicollo, derivanti in particolare dalla posizione assunta dalla testa per leggere il dispositivo, del tutto innaturale.
Se all’epoca in cui questi report erano stati pubblicati, Apple aveva potuto permettersi di non commentare, la denuncia di Fadell potrebbe ora comportare più di un problema a livello di immagine.

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