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L’Italia e altri otto Paesi europei contro X: “ha usato i dati di 60 milioni di cittadini senza consenso”

Un gruppo di nove Paesi europei, inclusa l’Italia, ha avviato un’azione legale contro la piattaforma X, accusandola di utilizzare dati privati per addestrare la sua intelligenza artificiale senza il consenso degli utenti. Questa iniziativa legale è stata promossa da Noyb, un’organizzazione non governativa austriaca specializzata in questioni di privacy.

La denuncia è stata presentata alle autorità di protezione dei dati di diversi Paesi: Austria, Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Italia. L’accusa principale rivolta alla piattaforma X riguarda la presunta violazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Secondo Noyb, la piattaforma avrebbe utilizzato i dati personali di circa 60 milioni di utenti europei senza il loro consenso o senza informarli, come richiesto dalla normativa europea.

A differenza di altre grandi aziende tecnologiche, come Meta, che ha dovuto sospendere le attività di addestramento dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea, la piattaforma X non avrebbe comunicato in modo adeguato le sue pratiche agli utenti. Molti di loro, infatti, hanno scoperto le nuove impostazioni legate all’IA attraverso un post virale sulla stessa piattaforma, invece di essere informati direttamente e di avere la possibilità di rifiutare.

Noyb, il cui nome significa “None of your business” (“Non sono affari tuoi”), chiede ora un’indagine approfondita su come la piattaforma X gestisce i dati degli utenti europei. L’organizzazione vuole assicurarsi che questi dati siano trattati separatamente da quelli degli altri utenti, in linea con gli standard europei. La questione ha sollevato notevoli preoccupazioni riguardo alla privacy e ai diritti digitali in Europa, mettendo in luce un problema che potrebbe avere conseguenze significative per il futuro della protezione dei dati.

Inoltre, Noyb ha criticato la Commissione irlandese per la protezione dei dati, accusandola di concentrarsi su aspetti secondari della questione e di non affrontare il problema principale, ovvero l’acquisizione massiccia e non autorizzata di dati privati da parte della piattaforma X. L’organizzazione continua a fare pressione per ottenere risposte chiare e garantire che i diritti dei cittadini europei siano rispettati.