L’Italia è in ritardo sul Pnrr. Non solo la questione migranti crea tensione con l’Europa, ma anche gli obiettivi 2022 che bisogna raggiungere entro fine mese e che rischiano di saltare. Le opere avviate dall’Italia sono in affanno, con il solito scaricabarile tutto italiano che rimpalla le responsabilità tra enti locali e Stato centrale.
Ad Aprile la Meloni è intenzionata a chiedere una modifica del progetto RepowerEu per l’indipendenza energetica, mentre la valutazione ufficiale della UE arriverà a giugno. Ma buona parte degli obiettivi 2022 risultano conclusi solo sulla carta (in ballo cu sono 19 miliardi da sbloccare) e proprio entro giugno prossimo se ne dovranno raggiungere altri 15, tra cui digitalizzazione della PA e lo sviluppo di stazioni di riferimento a base di idrogeno. Leggi anche >>> Migranti, Meloni lancia l’allarme a Bruxelles: “Rischiamo un’invasione”
Obiettivi per cui il nostro Paese è molto indietro: l’Italia è in ritardo sul Pnrr, specie sull’approvazione del nuovo codice degli appalti. Secondo il Sole24Ore, su 13 target da raggiungere entro marzo l’Italia ne ha portati a dama solo 5. La premier Meloni è, pertanto, occupata a chiedere proroghe all’Europa: per il codice appalti, ma anche per le concessioni balneari per cui la Ue impone gare d’appalto.
Sempre secondo il Sole24Ore, la Corte dei Conti avrebbe certificato che i miliardi spesi sono 10,024 su 168,381, cioè solo il 6% del totale. Zero investimenti sono stati fatti nella sanità, poco o niente su coesione e inclusione, istruzione e ricerca. Meglio (16,4%) gli investimenti in infrastrutture per la mobilità sostenibile, grazie agli appalti delle ferrovie.