L’utilizzo delle e-bike è in costante aumento in tutto il mondo. Soltanto nel 2016 ne sono state vendute 35 milioni e il Navigant Research – think tank americano sull’utilizzo delle tecnologie pulite – ha stimato nel suo ultimo rapporto un aumento annuo dello 0,4% da qui al 2025.
Se la Cina rappresenta un mercato già quasi saturo e gli USA (per le loro politiche energetiche) non ne favoriscono l’uso, il mercato che offre il più promettente margine di crescita è dunque l’Europa occidentale, dove è previsto un incremento delle vendite dell’8,2% nei prossimi dieci anni. Il podio per le vendite nel vecchio continente se lo aggiudica la Germania con circa 550 mila e-bike vendute nel 2016, a seguire Olanda e Belgio e Francia, tutte nazioni con una spiccata tradizione ciclistica.
Secondo le anticipazioni del rapporto ANCMA (l’associazione nazionale che riunisce i produttori di cicli e motocicli) l’Italia nel 2016 ha raggiunto un primato nelle esportazioni (+166%). Anche le vendite sono salite, con 100.000 e-bike consegnate rispetto alle 56.000 circa dell’anno precedente: un settore che registra dati positivi e che ci vede allineati al trend di crescita delle altre nazioni dell’Europa occidentale.
Il profilo del lead user italiano
Un recente studio commissionato dall’ANCMA all’Università Bicocca di Milano, ha fornito un quadro completo del mercato delle biciclette elettriche ed ha contribuito a definire l’identikit dell’utilizzatore-tipo italiano: è una persona in età compresa tra i 30 e i 55 anni, ha un titolo di studi elevato e una posizione professionale medio-alta (libero professionista/impiegato).
Il lead user italiano, come del resto i suoi colleghi europei, non sceglie l’e-bike per moda ma bensì con consapevolezza: ha un’attenzione spiccata verso i temi dell’ecologia che lo porta ad essere attento alle offerte indirizzate verso la mobilità sostenibile (zero emissioni gas) e privilegia l‘uso della bicicletta elettrica al trasporto su gomma e all’utilizzo dei mezzi pubblici in città. La sensibilità green si rispecchia anche nelle altre scelte del quotidiano, orientate al benessere e a stili di vita soddisfacenti e sostenibili.
Vincere la resistenza
La stessa indagine ha anche evidenziato le motivazioni di chi invece fa resistenza a questa innovazione tecnologica e non pensa di acquistare una e-bike, né a breve né a lungo termine.
Per facilità di analisi sono stati inseriti in due gruppi distinti. Nel primo gruppo troviamo quelli che pensano che non sia vantaggioso acquistare una bicicletta elettrica. A frenare l’acquisto sono il prezzo – definito ancora troppo elevato – il timore dei furti, la presunta pesantezza del mezzo, l’idea che una bicicletta elettrica fornisca scarsa autonomia e la mancanza di piste ciclabili per poter viaggiare in sicurezza.
Nel secondo gruppo troviamo invece gli affezionati al mezzo tradizionale, quelli che vivono la bicicletta da sportivi, per cui pedalare significa e significherà sempre e soltanto sudore, fatica e misurarsi con le proprie forze, ciclisti che pertanto non pensano di fare mai ricorso ad un “aiutino” elettrico. Da notare che tutti e due i gruppi dimostrano una conoscenza abbastanza superficiale dell’offerta attuale del mercato e spesso sono accomunati da preconcetti che nel frattempo l’evoluzione della tecnica ha già ampiamente smentito e superato. Provare per credere!