L’Italia non è più in grado di garantire un’adeguata assistenza umanitaria e sanitaria ai migranti. A dirlo è la sentenza emanata da un tribunale svizzero e che ha bloccato l’espulsione verso il nostro Paese di una donna nigeriana richiedente asilo. A rendere noto l’accaduto è stata l’agenzia Swissinfo, che ha citato e reso nota una sentenza del tribunale amministrativo federale del 17 dicembre scorso. Secondo l’agenzia, il provvedimento seguirebbe una linea tenuta dai giudici elvetici anche in altri casi analoghi.
Al centro del caso, una una donna proveniente dalla Nigeria e che si era stabilita in un primo tempo in Italia, dove si era anche sposata. Successivamente era fuggita in Svizzera, in seguito a una serie di violenze subite dal marito, dove aveva presentato domanda di asilo politico. Nel luglio del 2018 la Segreteria di Stato per l’immigrazione (Sem) di Berna aveva però respinto la domanda interpretando alla lettera l’accordo di Dublino: ‘’esame della richiesta di asilo spetta al primo Stato in cui il migrante fa ingresso, in questo caso l’Italia. Si prospettava, dunque, l’accompagnamento alla frontiera di Chiasso.
Tutto bloccato, però, dalla sentenza del tribunale federale ha bloccato l’espulsione invitando la Sem a riesaminare più da vicino il caso della donna prestando attenzione “alle condizioni effettive e concrete della presa a carico delle famiglie in Italia nei centri di prima accoglienza”. Il tribunale, presieduto dalla giudice Emilia Antonioni, ha infatti ritenuto che in Italia, in seguito al decreto Salvini, siano peggiorate le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo, in particolare quelli che devono avere accesso a cure mediche specialistiche, come nel caso della donna nigeriana al centro del contendere.
Il decreto Salvini avrebbe peggiorato la situazione perché ha smantellato il sistema degli Sprar, che prevedevano un’accoglienza diffusa anche a piccoli gruppi, concentrando invece l’accoglienza in strutture di grandi dimensioni. Il tribunale ha anche rilevato che le sovvenzioni statali per l’assistenza ai migranti sono state tagliate.
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