Tre giorni di trattative serrate, dopo i quali è arrivata alla fine la decisione sulla guida della Commissione europea: per la prima volta sarà una donna, l’attuale ministro della difesa tedesca Ursula von der Leyen. Pupilla e collega di governo di Angela Merkel, la sua candidatura si è imposta dopo che sono state bruciate in successione quelle del collega di partito e connazionale Manfred Weber (lo spitzkandidaten dei popolari europei), del socialista olandese Frans Timmermans e dell’altro popolare francese Michel Barnier, il negoziatore della Brexit per l’Unione.
Ursula von der Leyen è nata in Belgio nel 1958: il padre Ernst Albrecht era stato nominato in quell’ano capo di gabinetto proprio di quella Commissione che ora la figlia è chiamata a guidare.Entrata in politica solo nel 2001, nel 2004 Angela Merkel l’aveva chiamato nel suo primo governo come ministro per la Famiglia. Successivamente è stata ministro del Lavoro e, dal 2013, della Difesa. Intanto Frans Timmermans ha rinunciato al suo seggio al Parlamento europeo e lo ha comunicato in una lettera al presidente Antonio Tajani.
Una serie di passaggi che fotografano una realtà purtroppo amara per il nostro Paese: mentre i sovranisti festeggiano e rilanciano la loro personalissima sfida a Bruxelles, l’Italia continua a perdere pezzi. Dalla presidenza della Bce a quella del Parlamento Europeo, il rischio è di vedere un Bel Paese molto più debole. Anche se molti non sembrano preoccuparsene troppo.