“La prima parola che ho imparato d usare lavorando per Alibaba? Survivor, sopravvissuto”. Rodrigo Cipriani Foresio, managing director per il Sud Europa del gruppo cinese Alibaba ( colosso dell’ecommerce ma non solo: il fondatore e presidente Jack Ma in 18 anni ha sviluppato anche piattaforme tech collaterali di ogni tipo, dal sistema di pagamento AliPay a quello di stoccaggio dati Cloud), è però tutt’altro che un sopravvissuto.
A due anni dalla sua nomina il mercato che gestisce, si sta sviluppando in maniera esponenziale, mentre l’Italia, dove fa base, è il paese che ha registrato una delle migliori performance di crescita. La spegazione è semplice: Alibaba rappresenta una grande opportunità per il mercato italiano; in Cina abbiamo 488 milioni di utenti, tutti potenziali clienti, duecento milioni dei quali ogni giorno passano venti minuti sull’app dedicata all’ecommerce. Molti si limitano a curiosare e a fruire del lato più “social” dello shopping, ma poi se qualcosa piace la comprano.
Ogni giorno attraverso le nostre piattaforme vengono scambiati un miliardo e mezzo di prodotti. Il compito della sua squadra ( undici persone che lavorano negli uffici milanesi, che da circa un anno sono in un attico accanto a San Babila) è supportare e aiutare le aziende italiane che vogliono sbarcare in Cina.
Che sarà pure semplice da usare, ma ha una barriera: “è tutta in cinese”, sottolinea Cipriani Foresio. Anche il mercato non è poi così semplice da comprendere: “l’80% dei nostri utenti ha meno di 35 anni. Sono giovani, curiosi, volubili pronti a spendere ma anche a cambiare in fretta gusti e idee. Per questo uso spesso la parola survivor. ”
Cipriano Foresio, 56 anni, prima di entrare nel gruppo sapeva poco del mercato cinese; della sua futura azienda ancora meno. Certo la quotazione in Borsa, nel 2014, l’aveva seguita con interesse: con una Ipo di 25 miliardi di dollari ha fatto storia ed è ancora un record.
Quando il manager, all’epoca appena assunto per la terza volta a Mediaset è stato contattato, prima ha superato i dodici colloqui del processo di selezione, ma poi al momento di decidere, ha lasciato l’ultima parola ai suoi due figli, entrambi ventenni. “Mi hanno detto: non c’è discussione, Alibaba cento a zero. Allora ho accettato” ricorda.
Leggi anche: Masayoshi Son il re delle startup e la sua scommessa da 100 miliardi
Ora passa in Cina circa una settimana al mese, ha scoperto un mercato “che non avevo capito essere così promettente” e una società “che per certi versi somiglia alla nostra: i cinesi tengono molto alla famiglia e sono grandi commercianti”. Il presidente, Jack Ma, che descrive come un “visionario”, lo incontra spesso ed è stato il manager a portarlo, nel 2016, al Vinitaly di Verona: “Mi ha promesso di tornare almeno una volta all’anno”.
“Alibaba ha una piattaforma online per la prenotazioni di viaggi, Fliggy, che nel 2016 ha portato in Italia tre milioni di turisti. Scoprono musei e monumenti, ma anche prodotti da comprare. E, una volta tornati in Cina, li cercano online”. Per ora i prodotti nostrani più apprezzati fanno parte del settore del food, della moda, del design: le aziende italiane che hanno aperto uno store personale sul sito di Alibaba sono 190 ( tra loro c’è anche l’influencer Chiara Ferragni).
L’obbiettivo, a questo punto, è lavorare su nuove nicchie:”Un settore che promette bene è il cibo per cani e gatti: Uno che invece già funziona molto è quello del latte: è il prodotto in assoluto più venduto sulle nostre piattaforme e infatti da pocghi mesi abbiamo a disposizione anche quello della Centrale del Latte d’Italia”. Il suo sogno però è un altro:” Far arrivare in Cina la nostra pizza, quella vera che ora è anche patrimonio Unesco. Io in Cina l’ho mangiata: no, quella non è pizza”.
Leggi anche: Previsioni economiche per l’export 2018: il ruolo dell’Italia