Matteo Renzi ospite di Non è l’Arena nella serata di mercoledì 17 novembre. Il leader di Italia Viva discute con il conduttore Massimo Giletti di tutti i temi più importanti della politica italiana. Ma l’attualità li porta a parlare soprattutto di nomine Rai. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha infatti appena annunciato il boicottaggio della tv pubblica da parte degli esponenti pentastellati, tagliati fuori dalla lottizzazione del servizio pubblico. Renzi sbeffeggia l’avversario Conte. Ma Giletti lo richiama all’ordine accusando i politici di sembrare tutti “vergini martiri”.
Giletti ricorda le parole di Conte sul fatto che i rappresentati del M5S non andranno più sulla televisione pubblica. “È una grandissima notizia per la Rai. Aumenterà lo share dei suoi programmi senza Conte”, ironizza allora Renzi. “Lui dice di non essere stato consultato per le nomine dei direttori eccetera”, puntualizza il conduttore. “Guardi, sette anni fa il M5S diceva no alla lottizzazione. – replica il leader di IV – Oggi si lamenta perché non ha partecipato alla lottizzazione. Io la vedo in modo molto semplice. Tutte le volte che Giuseppe Conte fa un’uscita da leader del M5S è più facile che il Movimento si distrugga prima della fine della legislatura”.
“Per il mio passato in Rai, ho fatto 30 anni, dico che non ho mai visto una nomina del Tg1 non passare da Palazzo Chigi. Siccome Conte è stato a Palazzo Chigi, doveva cambiare le regole. Oggi non si può lamentare di quello che è successo”, chiosa allora Giletti. “Lei ricorderà che quando ero premier feci una scelta molto criticata, che era quella di dare tutto il potere al direttore generale che poi diventava amministratore delegato. – spiega l’ex premier – Io penso che in Rai bisogna avere l forza e il coraggio di dire che uno decide. E quello che decide ci mette la faccia fuori. Per il momento non è mai riuscita questa operazione”.
“Perché la politica vuole avere il controllo. La Rai è pubblica, il Parlamento il suo editore, ci sta. Però questa ipocrisia che c’è nella politica di non dire la verità. Le nomine sono politiche e basta. Sembrate tutti vergini martiri. Anche Conte che dice ‘me ne vado’. E dai su”, sbotta Giletti. “Io non sono né vergine né martire. Dovendo scegliere preferirei essere vergine che martire”, si difende però Renzi.
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