Il guardasigilli, Carlo Nordio, ha firmato il decreto per l’applicazione del 41 bis nei confronti del boss Matteo Messina Denaro, arrestato ieri dai carabinieri del Ros in un blitz coordinato dalla Procura di Palermo.
La Procura aveva presentato al ministro la richiesta di carcere duro, già poco dopo l’arresto.
Il boss si trova nel carcere di massima sicurezza “Le Costarelle” dell’Aquila, che ha raggiunto con un volo militare la notte scorsa.
Messina Denaro sarà difeso da Lorenza Guttadauro, nipote del capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro. Nei prossimi giorni si svolgeranno i primi interrogatori.
Come accertato, il capomafia è affetto da un tumore al colon, motivo per il quale raggiungeva abitualmente da più di un anno la clinica di cura privata “La Maddalena” a Palermo, dov’è stato arrestato.
La somministrazione della chemioterapia avverrà direttamente nell’istituto di pena, nel quale è stato avviato il protocollo per allestire una stanza attrezzata per questa esigenza.
Il tumore di cui è affetto il boss è un adenocarcinomia mucinoso del colon, una forma molto aggressiva di tumore, che gli è stato diagnosticato dal dirigente dell’ospedale “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano, il paese in provincia di Trapani di cui è originario Messina Denaro.
Come si legge dalla diagnosi diffusa ai media e datata novembre 2020, “la neoplasia infiltra la parete delle viscere a tutto spessore, interessando anche la sottosierosa e focalmente la sierosa”.
Il Corriere della Sera riporta una statistica secondo la quale è difficile superare i cinque anni di sopravvivenza alla malattia.