Nuovo scontro tra gli ospiti di Otto e mezzo. Protagonisti dell’ultima puntata del talk show di La7, condotto da Lilli Gruber, sono lo scrittore Antonio Scurati e il direttore del quotidiano Domani Stefano Feltri. L’autore del romanzo M su Benito Mussolini prova a illustrare la sua posizione in merito alla guerra in Ucraina. Ma il sorriso beffardo del suo interlocutore gli fa subito perdere la pazienza.
“Mi sento molto a disagio perché mi sento dalla parte del popolo ucraino in armi che combatte per la propria libertà e per la propria salvezza. – così Scurati replica ad una domanda di Lilli Gruber – Però mi sento anche dalla parte delle mie figlie. Nel senso che è possibile mantenere la posizione etica della necessità imperativa di sostenere un popolo che lotta, senza abbandonare una prospettiva politica che ci interroga sul nostro futuro e su quello dei nostri figli? – si domanda lo scrittore – Io credo che si debbano tenere insieme le due cose.
“È difficile. – prosegue Scurati – Noi possiamo rinunciare da un lato alla parte etica in nome del nostro interesse. Ma dall’altro c’è un ragionamento politico che ci dice che l’allargamento della Nato a est non è stata una volontà e un interesse dell’Europa occidentale, ma degli Stati Uniti d’America egemoni. E che ci dice che da un certo momento in avanti questa guerra è manifesta nel fatto che non coincide con gli interessi dell’Europa ma di una potenza che la egemonizza anche a nostro discapito. Noi dobbiamo tenere insieme le due cose per quanto sia difficile”, lo scrittore affonda il colpo contro gli Usa.
“L’unico modo per tenerle insieme sa qual è? – aggiunge poi Scurati rivolto alla conduttrice – Quella di non accettare la clausola di Feltri: non abbiamo le armi ma questo non importa, ce le hanno gli altri per noi. Non esiste unità politica senza un esercito autonomo e non esiste un esercito autonomo senza unità politica. L’Europa sarebbe per cultura l’unico esercito a livello planetario che è fondato su una cultura di pace”. Il giornalista commenta le sue parole con un sorriso beffardo. “Perché non è capace di ragionare oltre una semplice frase, uno slogan che scrive sul giornale. – si irrigidisce subito Scurati – Se invece di fare sorrisetti leggesse qualche libro e ragionasse un po’ forse arriverebbe a capirlo. Il suo è un ragionamento dozzinale”.
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