Le Iene contro Roberto Burioni. Lo scontro mediatico tra il programma di Italia 1 e il virologo, ospite fisso di Fabio Fazio a Che tempo che fa, si accende sull’uso dei monoclonali. Circa un anno fa Burioni giudicava molto promettente per combattere il Covid questo metodo di cura, criticato a suo dire da le Iene. Ora che i monoclonali vengono utilizzati davvero, Burioni si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Ma i giornalisti del programma Mediaset gli rispondono per le rime.
“Non sarebbe ora di chiedermi scusa?”. Così Roberto Burioni provoca Le Iene su Twitter, dopo che durante la trasmissione di Italia 1 è andato in onda un servizio che parlava di monoclonali. Nello stesso post, il medico riporta parte delle dichiarazioni rilasciate proprio alle Iene dalla dottoressa Anna Maria Cattelan, direttrice malattie infettive e tropicali dell’Ospedale di Padova. “Utilizziamo molto meno il plasma iperimmune. In compenso utilizziamo nelle fasi precocii monoclonali”, afferma la dottoressa.
Un attacco, quello di Burioni, al quale Le Iene decidono di rispondere. “Caro Roberto Burioni, Le Iene non hanno mai detto che le monoclonali non fossero un buon rimedio per la cura del Covid. – si legge in una nota – Abbiamo semplicemente fatto vedere, più e più volte, che molte riviste scientifiche tra le più attendibili a livello internazionale, nonché molti ricercatori tra cui Anthony Fauci, hanno affermato che il plasma iperimmune, somministrato nei primi giorni di malattia, dia buoni risultati. Sottolineiamo che quando qui in Italia il plasma iperimmune veniva attaccato e non considerato come una cura utile da gran parte della comunità scientifica italiana (lei compreso Burioni), le cure con le monoclonali non erano ancora disponibili; il plasma sì”.
Ma la controreplica di Burioni non tarda ad arrivare. “Voi, cari Le Iene, mi avete diffamato sostenendo (cosa oggettivamente falsa) che io promuovevo i monoclonali per un conflitto di interesse. Attaccare il plasma? Questo l’ho scritto nel maggio 2020, ben prima ei vostri servizi trasmessi in giugno”, cinguetta il medico.
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