La polemica intorno al cosiddetto decreto anti rave varato dal governo Meloni non si è ancora placata. Ospite dell’ultima puntata di Dritto e Rovescio su Rete 4, il leader del M5S Giuseppe Conte attacca senza fare sconti il presidente del Consiglio e tutti i membri dell’esecutivo. Secondo lui una legge scritta così male come quella sui rave è una cosa “raccapricciante” degna di una “dittatura sudamericana”. Conte contesta il fatto che siano stati utilizzati due pesi e due misure per reprimere il rave di Modena e fare finta di nulla rispetto al corteo di Predappio.
“Se si tratta di contrastare l’illegalità abbiamo già norme e abbiamo già reati. – attacca Guseppe Conte ospite di Del Debbio – E assolutamente io sono il primo, con la mia forza politica, a dire che non dobbiamo permettere iniziative che addirittura possano configurare reati. Qui però che cosa si è fatto?”, si domanda polemicamente il leader del Movimento 5 Stelle.
“Per una esibizione muscolare, per dare un segnale anche dal punto di vista simbolico, come è stato detto dalla presidente Meloni che si è anche vantata di questa nuova figura di reato, si è introdotta una norma raccapricciante. – accusa Giuseppe Conte – E lo confermo, da Stato di polizia, buona per regimi dittatoriali, per dittature sudamericane che nella storia ci hanno abituato a questi reati”, affonda il colpo l’ex premier facendo un paragone durissimo.
“Se la cultura che questo governo vuole perseguire è una cultura repressiva, sino al punto di introdurre un nuovo reato, applichiamo la legislazione vigente anche ai raduni di duemila e più persone, non di 51, che fanno inno fascista, saluto romano e indossano camicie nere. Quello è un reato a tutti gli effetti. Si chiama apologia del fascismo. Quindi le forze dell’ordine sarebbero dovute intervenire anche lì”, conclude Conte.
Potrebbe interessarti anche: Conte attacca Meloni: “Sulle camicie nere chiude tutti e due gli occhi”