Gli stadi di legno rappresentano un ottimo compromesso tra funzionalità, modularità ed ecocompatibilità. Sono adatti per strutture che possono ospitare fino a 20.000 spettatori.
Dopo le case ecco gli stadi di legno: l’azienda altoatesina Rubner Holzbau ha presentato all’ultimo Congresso della Fifa un progetto per realizzare innovativi stadi modulari in legno lamellare, in collaborazione con la società Bear Stadiums.
Ma perché utilizzare il legno lamellare?
Il legno lamellare esalta le capacità strutturali del legno e consente di sviluppare soluzioni dal design innovativo e dall’ingegneria efficiente. Si tratta di un prodotto di tecnologia avanzata e a basso impatto ambientale. Poi, occorre sottolineare il fatto che la produzione e il montaggio di strutture in legno lamellare, grazie ai bassi consumi energetici, contribuiscono a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.
Parola d’ordine: modularità
La caratteristica di modularità del progetto consente anche la realizzazione, in tempi rapidi e a costi contenuti, di stadi di media capienza (dai 1.500 ai 20mila posti), che sono poi quelli della serie A italiana escluse le grandi città. Il mercato più interessante, per Rubner, è la Cina, che ha in programma la realizzazione di centinaia di stadi nei prossimi anni e che ha, come noto, un occhio di riguardo per il calcio italiano.
L’edilizia in legno in Italia, un mercato da quasi 700 milioni
Nel dettaglio, il progetto per i nuovi stadi prevede tempi di costruzione tra i sei e gli otto mesi per un impianto di media capienza, per un costo di circa 1.500 euro a posto (2mila euro a posto nei formati più piccoli, per un totale di 4-5 milioni di euro), contro i 18-24 mesi necessari alla realizzazione degli stadi tradizionali, che richiedono un costo tra i 2.500 e i 3mila euro a posto. La leggerezza della struttura e l’intrinseca caratteristica di flessibilità del legno rendono adatti questi stadi anche per la costruzione in zone sismiche.
Per il co-fondatore di Bera Stadiums (specializzata in impianti sportivi a basso impatto ambientale), l’architetto Jaime Manca di Villahermosa, il futuro è rappresentato da stadi di media capienza, dai 5mila ai 20mila posti, che già oggi rappresentano ormai l’80% del mercato mondiale per questo tipo di infrastrutture. Tali stadi dovrebbero sostituire strutture esistenti ormai fatiscenti in cemento armato o metallo e che hanno alti costi di manutenzione alti. In questo panorama si fanno sempre più strada nuovi concept di stadi belli, confortevoli, sicuri e facili da montare.
Lo stadio “chiavi in mano”
I nuovi stadi «green» progettati da Rubner e Bear Stadiums, inoltre, offrono ai committenti la formula “chiavi in mano”, grazie ad un accordo di partnership con un pool di aziende italiane specializzate in ogni specifico settore: dalle mini turbine eoliche integrate a pannelli fotovoltaici sul tetto dello stadio alle torri faro e proiettori ad altissima efficienza e basso consumo energetico, dalle sedute ergonomiche di tipo a ribaltina a quelle imbottite super comfort per la tribuna principale, dalle resine naturali per il trattamento delle superfici interne al sottofondo drenante per il terreno di gioco. Il tutto realizzato secondo gli standard richiesti da Fifa e Uefa.
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