La seconda parte dell’inchiesta Lobby nera di Fanpage mette nel mirino la Lega. Nella prima puntata, a finire sotto processo mediatico sono stati i rapporti di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia con l’estrema destra milanese. E anche nella seconda, trasmessa da Piazzapulita su La7, il tema di fondo resta sempre quello. Stavolta sono i leghisti ad essere accusati di voler far entrare nel partito dalla porta di servizio gli estremisti neri come quelli del gruppo Lealtà Azione. A colpire sono i rapporti tra il ‘barone nero’ Roberto Jonghi Lavarini e l’eurodeputato Angelo Ciocca, che ha già annunciato denuncia contro Jonghi dopo aver chiamato in diretta Corrado Formigli. Torna prepotentemente sul palcoscenico anche lo storico ex europarlamentare del Carroccio, Mario Borghezio, che esulta per le difficoltà politiche del segretario Matteo Salvini.
È Mario Borghezio il protagonista assoluto della seconda parte dell’inchiesta Lobby nera. Nelle immagini girate dal giornalista infiltrato, si vede l’ex parlamentare leghista a Milano insieme a Jonghi Lavarini. Il barone nero lo va a prendere all’aeroporto insieme al finto imprenditore di Fanpage. I tre discorrono amabilmente, prima in auto e poi in un bar. Borghezio parla di “strategia per formare una corrente di estrema destra nella Lega”.
“Aspettavo questo momento da decenni”, prosegue Borghezio facendo riferimento alle difficoltà politiche che negli ultimi tempi rischiano di travolgere Salvini. Insomma, sarebbe questo il momento per far sorgere quella che lui chiama la “terza Lega”. L’opinione di Borghezio sul Capitano, infatti, non è delle più lusinghiere: “Salvini è un debole e ora è sotto tiro”. Lui comunque, raggiunto dall’Adnkronos, minimizza. “È tutta un’invenzione di Fanpage. – accusa – Sì, ho parlato di terza Lega. Ma non c’entra nulla con l’estrema destra. Per me la terza Lega è la base, i militanti, a loro mi riferivo”.
Ma anche Jonghi Lavarini sembra non essere contento della attuale gestione della Lega. Da quanto mostra Lobby nera, secondo il barone nero, il compito di rappresentare il “post Salvini” spetterebbe ad Angelo Ciocca. I due si incontrano persino negli uffici della Regione Lombardia e l’europarlamentare viene definito “il nostro primo referente politico”. Un uomo che viene presentato come un ex militante del Carroccio, racconta a volto oscurato che Jonghi avrebbe portato almeno 5.000 preferenze a Ciocca.
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