Il coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ha invitato a una “riflessione” sull’opportunità di somministrare con Astrazeneca i giovani e giovanissimi. Un passaggio che si inserisce in un dibattito che, dopo gli episodi di Genova e Lucca con due persone ricoverate dopo l’inoculazione, si sta facendo col passare delle ore sempre più acceso.
“Vi è in queste ore un’attenzione suprema per cogliere tutti i segnali che possono allertare su eventuali effetti collaterali che portino a considerare dei cambiamenti di indicazione. Il vaccino di AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perché il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l’età e particolarmente favorevole sopra questa soglia” ha spiegato Locatelli a Rainews24.
“Quello che si è verificato nella sfortunata ragazza di Genova, cui va tutta la mia attenzione e il mio affetto per quanto accaduto pone un’ulteriore riflessione, anche alla luce del mutato contesto epidemiologico, in quanto la riduzione dei casi che abbiamo nel Paese rende anche più cogente tale riflessione” ha poi aggiunto il professore, sottolineando quindi come in un momento di bassa circolazione del virus la somministrazione del vaccino in fasce d’età più giovane farebbe assottigliare il rapporto rischi-benefici.
Anche l’immunologa Antonella Viola aveva detto di valutare l’opportunità di somministrare il vaccino agli under 60 uomini in considerazione del fatto che che le osservazioni dei casi hanno mostrato che sono le donne tra i 18 e i 55 anni quelle colpite dai trombi. In Gran Bretagna prima era stata fissata la soglia di somministrazione per gli over 30 e poi successivamente innalzata a 40.
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