Per la prossima settimana è in arrivo un nuovo Dpcm. L’Italia è infatti ormai a un passo dallo scenario 4, quello più grave, previsto quando il valore di Rt abbia superato l’1,5. Con i 26.831 contagiati di ieri questa prospettiva diventa sempre più probabile. E con essa si avvicina lo spettro del lockdown. Con il nuovo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore già a partire dal 7 novembre – come anticipa Repubblica – ecco quali sono le regioni che rischiano di più e cosa potrebbe chiudere. “L’ipotesi più probabile, è che la prossima settimana l’esecutivo metta sul tavolo nuovi interventi, sfruttando il voto alle Camere del 4 novembre sulle comunicazioni di Conte. Verrebbe così salvaguardata la festività religiosa dell’1-2 novembre. Le misure potrebbero partire dal fine settimana, forse sabato 7″.
Potrebbe trattarsi di una limitazione ulteriore alle attività commerciali (totale o oraria), un’ulteriore spinta verso lo smart working, forse anche il ritorno all’autocertificazione e ulteriori paletti agli spostamenti interregionali. “L’idea di Palazzo Chigi – spiega Repubblica – resta però quella di evitare la chiusura delle scuole medie ed elementari, sul modello francese”. In uno scenario nazionale di questo tipo “è presumibile che molte Regioni/PA siano classificate a rischio alto e, vista la velocità di diffusione e l’interconnessione tra le varie Regioni/PA, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato”.
E ancora: “Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie – avverte l’iss – misure di contenimento molto aggressive”. Quali sono le regioni che rischiano di più? “Secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità, l’Italia sta andando verso lo scenario 4: il più grave. Quello per il quale si deve valutare un lockdown totale. In particolare l’allarme è alto per 5 regioni — Lombardia, Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta — e per la provincia autonoma di Bolzano. Sorvegliata speciale Milano”.
Ci sono tre settimane di tempo, se il contagio non diminuirà bisognerà valutare la misura più drastica. Lo dice lo studio consegnato al governo che, per valutare i rischi sulla popolazione e l’impatto sulle strutture sanitarie, descrive situazioni e possibili rimedi. Cosa rimarrà aperto e cosa chiuderà in caso di lockdown soft? Molto probabilmente ci sarà il ritorno dell’autocertificazione per gli spostamenti e che l’intenzione è quella di lasciare aperte fabbriche e scuole: “Per quella data un nuovo dpcm chiuderebbe tutto, probabilmente per un mese, lasciando aperte fabbriche, scuole materne ed elementari, aziende agricole, negozi alimentari, farmacie ed altri esercizi che vendono beni essenziali. Non ci si potrebbe muovere da casa propria senza un’autocertificazione che ne attesti la necessità per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa”.
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