Attilio Fontana l’ha scaricata dal governo lombardo asserendo che le sue posizioni si attestano ormai sul centrosinistra. Così Letizia Moratti ha fatto i bagagli considerando l’opzione di spaccare l’unità del centrodestra alle prossime elezioni lombarde.
Intanto, il Pd e Azione rifiutano l’idea di una sua candidatura per i loro schieramenti.
“Letizia Moratti è un profilo connotato all’interno del centrodestra, il suo campo di appartenenza è quello. Per noi il sostegno alla candidatura di Moratti non è un’opzione”.
Queste le dichiarazioni all’Ansa del segretario Pd in Lombardia, Vinicio Peluffo:”Noi stiamo facendo un altro percorso che parte dalle forze politiche all’opposizione della giunta di Fontana, e che devono trovare al proprio interno la coesione necessaria per presentare un’offerta politica all’altezza per un cambiamento radicale, a maggior ragione dopo le dimissioni di Moratti che hanno sancito in maniera chiara la fine del centrodestra così come lo conosciamo”. Più che una porta chiusa, un ponte levatoio alzato, insomma.
Poi è stata la volta di Carlo Calenda, leader di Azione, rilasciate alla trasmissione La7, Tagadà: “Pensiamo che Moratti sia un profilo di qualità, ha fatto un ottimo lavoro, ma c’è un tema che è quello che le Regionali o si vince o si perde ma al primo turno, per cui c’è un tema di alleanze. Ricade su di noi il dovere di trovare le alleanze possibili sapendo che c’è un paletto invalicabile per noi che è quello di M5s”. Ecco qui, più che una porta potremmo parlare di una tenda, difficile a scostarsi, però.