Nonostante migliaia di aziende in tutto il mondo utilizzino già l’Open Innovation, c’è ancora un po’ di confusione su cosa sia esattamente e lo scetticismo di alcuni manager rende questo percorso di crescita e arricchimento per le società del presente e del futuro, ostico.
Con la convinzione che il segreto del successo di un’industria sia racchiuso nell’innovazione continua, Fabrizio Di Amato, presidente e azionista di maggioranza, ha finanziato con il suo gruppo Maire Tecnimont la cattedra di Open Innovation istituita presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma.
Il Rettore dell’ateneo, Andrea Prencipe, insieme ad Henry Chesbrough, padre teorico del concetto stesso di Open Innovation, direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation dell’università della California a Berkeley, si sono uniti per creare un nuovo progetto insieme, inseguendo l’ideale della società partner (Maire Tecnimont), ovvero formare gli industriali e gli imprenditori dell’oggi e del domani.
Ma in cosa consiste davvero questa Open Innovation?
L’innovazione aperta è la pratica di aziende e organizzazioni che acquistano idee da fonti esterne e interne in uno scambio continuo e bidirezionale. Ciò significa condividere conoscenze e informazioni sui problemi e cercare soluzioni e suggerimenti dalle persone o dagli enti esterni all’azienda.
Essa può assumere la forma di partnership consolidate, di competizioni di co-creazione come la sfida fra più startup per aggiudicarsi il finanziamento della grande azienda che acquista l’idea migliore, o portali di crowdsourcing.
Invece della segretezza e della mentalità conservatrice aziendale tradizionale, l’innovazione aperta invita un gruppo più ampio di persone a partecipare alla risoluzione dei problemi e allo sviluppo del prodotto.
Le aziende e le organizzazioni più all’avanguardia hanno sempre invitato un pubblico più ampio a dare i propri feedback e a suggerire miglioramenti ai loro prodotti e servizi. Tuttavia, il concetto moderno di innovazione aperta è stato coniato nei primi anni 2000 proprio dallo scrittore Henry Chesbrough.
Il professore, veterano della Silicon Valley, ha scritto il testo fondamentale del 2003 “Open Innovation: The New Imperative for Created and Profiting from Technology”. Per le aziende moderne, questa è la fonte di riferimento per approfondimenti sull’innovazione aperta.
Definizione di Henry Chesbrough di Open Innovation
Nel suo libro, Chesbrough definisce l’innovazione aperta come “l’uso di afflussi e deflussi di conoscenza finalizzati ad accelerare l’innovazione interna ed espandere i mercati per l’uso esterno dell’innovazione“. Secondo Chesbrough, “l’innovazione aperta è un approccio all’innovazione più distribuito, più partecipativo e più decentralizzato“. Questo approccio è un ottimo modo per accedere alle conoscenze esterne e per trovare nuovi modi di fare. Questo approccio decentralizzato crea molti vantaggi per le imprese che hanno più menti partecipative finalizzate allo sviluppo del loro prodotto, e per i partner esterni come i laboratori di ricerca universitari o le piccole startup per accedere a finanziamenti ampi offerti dalle prime.
La nuova cattedra alla Luiss Guido Carli di Roma
In seno agli evidenti vantaggi per tutte le realtà aziendali, la necessità di uscire dalla logica ristretta e conservatrice degli industriali del passato deve passare per la formazione, in questo contesto, dei nuovi manager. Convinti della necessità di questo insegnamento il gruppo Maire Tecnimont, finanziatore dello stesso, il rettore della Luiss e il padre del concetto dell’Open Innovation, hanno unito le forze e pensato al futuro. Partendo proprio dalla didattica e dalla formazione teorica.
Il professor Chesbrough non si limiterà al solo insegnamento. È in cantiere infatti un progetto di ricerca sull’analisi dei principi alla base della disciplina. Le aziende con questa formazione specifica avranno la possibilità di perseguire obiettivi cruciali in ambito sociale, economico e di sostenibilità ambientale. L’Open Innovation ha mutato radicalmente anche il metodo di acquisizione delle conoscenze essenziali.
Il gruppo Maire Tecnimont, leader di settore nell’ingegneria impiantistica e nello sviluppo delle risorse digitali
Maire Tecnimont è un Gruppo industriale multinazionale con un DNA altamente tecnologico. Leader in ambito internazionale nell’ingegneria impiantistica, principalmente nel settore degli idrocarburi (petrolchimico, fertilizzanti, oil & gas refining), il suo contributo è fondamentale alla trasformazione delle risorse naturali in prodotti innovativi. Tutti gli sforzi del Gruppo sono concentrati sulla reale crescita di energie rinnovabili e green chemistry. Maire Tecnimont S.p.A. è quotata alla Borsa di Milano dal 2007. Inoltre il Gruppo può contare su più di 1.500 brevetti specifici e applicazioni di brevetti.
La società è ampiamente sostenitrice del concetto di Open Innovation, applicandola anche fattivamente con il già operativo polo “MIND”, ovvero un cross-industry, verticale su sostenibilità e tecnologie green, che mette a disposizione le competenze distintive, il know-how, la piattaforma commerciale e licensing della società, quale catalizzatore e promotore di iniziative Green a supporto del sistema. Nel MIND convergono tutti gli attori dell’ecosistema – Istituti di ricerca, imprese, start up, incubatori e acceleratori – grazie ai quali saranno selezionate le migliori opportunità e nasceranno di fatto nuove sinergie.