Beatrice Lorenzin, deputata ed ex ministra della Salute nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, entrerà nel Partito Democratico. Lo ha detto a Repubblica, spiegando: “Ho capito che in questo momento, nel PD, si apre uno spazio enorme per chi vuole rappresentare un’area di centro, liberale e riformista. C’è bisogno di una grande casa politica per combattere alla pari con il vero avversario di tutti noi che è Matteo Salvini e il concetto di democrazia illiberale che sta portando avanti”.
Ha poi aggiunto: “Starò bene perché andrò nell’unica forza plurale e democratica che c’è nel Paese”. Lorenzin era stata eletta deputata nel 2008 con il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi, era poi passata a Nuovo Centrodestra e Alternativa Popolare, due partiti guidati da Angelino Alfano, e in seguito è stata leader della lista elettorale Civica Popolare.
Beatrice Lorenzin si appresta dunque a lasciare il Gruppo Misto della Camera dei deputati per entrare nel Partito Democratico. L’ex ministra della Salute ha scelto quindi di far parte dei dem e di non aderire, invece, a Italia Viva appena lanciato da Matteo Renzi, nonostante alcuni contatti avuti in virtù dei buoni rapporti tra i due.
“Io sono stata ministra con Enrico Letta e Paolo Gentiloni, mi sono trovata in sintonia con Dario Franceschini”. Secondo l’ex ministra quindi, “in fondo quella di oggi è una scelta che io ho già fatto nel 2013, presentando il mio simbolo in una alleanza con il centrosinistra: la sola in grado di contrapporsi ai sovranisti, che sono un pericolo per tutte le democrazie liberali occidentali, in particolare in Europa”.
Intanto il partito di Matteo Renzi parte da 41 parlamentari: 26 deputati e 15 senatori. Fra questi ultimi si segnala un ingresso che fa molto rumore, quello di Donatella Conzatti senatrice trentina eletta nel 2018 con Forza Italia che dunque saluta gli azzurri per approdare a Italia Viva. “Il sovranismo va arginato con la contrapposizione”, ha detto ieri la senatrice.
La scissione di Renzi ha creato – e sta creando – un sisma continuo tra i gruppi parlamentari con passaggi che smuovono gli equilibri. In tutto questo Conte, infatti, si sta preoccupando di individuare alcuni “responsabili” che gli possano garantire la maggioranza qualora Renzi dovesse dare uno strattone al governo.
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