L’Oro Blu, e non quello Nero, potrebbe essere la causa che determinerà il futuro dell’umanità, non solo per l’importanza vitale che l’acqua ricopre per la sussistenza dell’esistenza stessa ma soprattutto per i possibili conflitti che potrebbero scoppiare tra gli Stati per l’accaparramento delle risorse idriche. Secondo alcune previsioni, inoltre, nel prossimo ventennio l’incremento demografico globale, potrebbe far triplicare gli esseri umani che vivono in zone con scarsa disponibilità di acqua potabile, attualmente stimati in un miliardo di individui.
I dati forniti dalle Nazioni Unite, invece, indicano che ogni anno sono 8 milioni le persone morte a causa della scarsità d’acqua per uso igienico o per via di acque contaminate, mentre, nello stesso lasso di tempo, sono oltre 300 mila i minori che periscono per disidratazione.
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Esempio pratico di conflitto per l’acqua
Un esempio di guerra su ampia scala in qualche modo riconducibile alla conquista del prezioso Oro Blu è quella combattuta in Siria ed Iraq dalla Coalizione Occidentale contro il sedicente Califfato dell’Isis. Una guerra di religione, certo, ma non solo. Scavando in profondità, si può ben capire come l’acqua e il suo controllo abbiano avuto un ruolo determinante nel conflitto. Ma partiamo dall’inizio.
Dal 2006 la Siria è stata colpita da una siccità che si è prolungata per 4 anni colpendo il 60% del territorio e producendo pesanti conseguenze per la produzione agricola e quella zootecnica. In un paese dove oltre la metà dei 22 milioni di abitanti vive grazie al lavoro della terra, un problema non da poco.
Infatti nel 2011 la popolazione, sempre più povera e concentrata nelle città a seguito delle migrazioni dalle campagne, è insorta favorendo l’instabilità politica e istituzionale che ha permesso all’Isis di crescere e invigorirsi così velocemente. E non è un caso che le battaglie più aspre e dure tra la Coalizione e il Califfato sono state combattute in città come Mosoul e Raqqa, sedi di due importantissime dighe per l’intero paese.
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La tecnologia non al passo
Un problema reale e di fondamentale importanza quello del reperimento di acqua potabile e anche la ricerca dovrà muoversi in questo ambito per evitare futuri sconvolgimenti mondiali per la conquista dell’Oro Blu.
Ma non essendo un bene facilmente trasportabile e interessando maggiormente aree economicamente povere, gli interessi commerciali non sono concentrati a trovare un’alternativa efficace e potenzialmente risolutiva come, per esempio, sta avvenendo in previsione della scarsità di petrolio.
Se le auto elettriche sono ormai una realtà, la tecnologia per desalinizzare l’acqua marina da fornire alle popolazioni che non hanno acqua potabile, non è allo stesso livello.
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Anche in Europa l’Oro Blu potrebbe diventare un problema
Per una serie di fattori favorevoli, l’Europa non sembra avere veramente un’emergenza sul reperimento di acqua, ma basta andare indietro di pochi mesi per rendersi conto di come anche nel vecchio continente l’Oro Blu crei veramente tanti disagi quando scarseggia, anche solo per poche settimane.
L’Italia è il primo consumatore di acqua a livello europeo con un consumo pro capite giornaliero di 240 litri (dati Istat per la giornata mondiale dell’acqua del 22/03/17), 50 in più della media europea. Nonostante gli acquedotti italiani perdano in media il 35% dell’acqua trasportata, nel nostro paese le tariffe sono più basse rispetto a quelle degli altri Stati membri. Fattori da non sottovalutare perché nel lungo periodo rischiamo non solo di veder aumentare i prezzi del sempre più prezioso Oro Blu, ma dovremmo fare i conti anche con cambiamenti radicali del nostro tenore di vita.