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L’orrore delle mamme-pedofile: “Facciamo un figlio, poi lo stupriamo”

In manette per abuso su minori, con l’accusa, terrificante, di aver mosso al mondo dei figli soltanto per poi poterli sottoporre a violenze. Così sono state arrestate due donne, una emiliana e l’altra di Terni, e un 40 enne di Grosseto. Tra i messaggi che i tre si scambiavano, frasi come “Non posso più inviarti nulla, non vuole più farsi fotografare. Ho paura che lo racconti al mio compagno”. Un’inchiesta condotta dai pm Sandro Cutrignelli e Giovanni Solinas della procura di Firenze e dai risvolti terrificanti, che ha scioccato l’Italia.

Stando a quanto emerso, in cambio di soldi la donna ha ripetutamente inviato al 40 enne toscano, negli anni, foto e video dei genitali della figlia, nata nel 2010, assecondando le voglie dell’uomo già condannato per detenzione di un significativo archivio pedopornografico. Stando a quanto si legge sul Resto del Carlino, la 37 enne si sarebbe addirittura prestata a concepire la piccola  esclusivamente per questo scopo.
I tre sono ora accusati di violenza sessuale su minori di 10 anni, produzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Le vittime sarebbero due figlie di bambine di 10 e 4 anni che ora sono state affidate ai servizi sociali. Il 40 enne del Grossetano e la donna di Terni aveva una relazione sentimentale e da una “chat tra i due – scrive il gip Agnese Di Girolamo nell’ordinanza – emerge come assolutamente verosimile” che la gravidanza sia stata voluta “con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise”.Un circolo nel quale era finita anche un’altra donna, parte di un gruppo Whatsapp in cui era stato pubblicato il manuale “del perfetto pedofilo” per insegnare alle due donne e ad altri come violentare i bambini in generale e i propri figli in particolare. Secondo il gip le due madri avrebbero “consentito, in spregio a ogni dovere genitoriale di cura e salvaguardia dell’integrità delle figlie, che il corpo delle loro piccolissime bambine venisse violato e che le immagini dei genitali delle stesse venissero diffuse e inoltrate al loro predatore”. Una, lo avrebbe fatto “per compiacimento e condivisione di uno scellerato progetto”, l’altra “per ottenere qualche soldo dal mercimonio del corpo della figlia”.

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