Un’altra morte sul lavoro. E il cuore sanguina ancora di più, perché a perdere la vita stavolta è una ragazza di soli 22 anni. Si tratta di Luana D’Orazio, che amava la vita e aveva sogni straordinari. Un sorriso sempre sulle labbra e non si stancava mai di lavorare. Come riporta il Corriere, da poco era diventata mamma di un bellissimo bambino. “Il mio amore, il mio futuro, il mio specchio”, diceva alle amiche. Luana è morta il 3 maggio, poco prima delle 10, inghiottita da una macchina tessile. Una fine orribile, davanti ai colleghi di lavoro. (Continua a leggere dopo la foto)
È l’ennesima martire del lavoro. Solo due giorni fa l’Italia ha festeggiato i Lavoratori, il Primo Maggio. Tutto è accaduto a Montemurlo, provincia di Prato, in un’azienda tessile. Racconta il Corriere: “Luana, come ogni mattina, stava lavorando a un orditoio, una macchina che ordina i fili, tesse e cuce. I compagni di lavoro dicono di aver visto la ragazza risucchiata dal rullo della macchina dove era rimasta impigliata. Non hanno avuto il tempo di far niente e quanto il macchinario è stato fermato Luana era già stata straziata”. (Continua a leggere dopo la foto)
È arrivata l’ambulanza, sono arrivati tecnici, imprenditori, amici e parenti. “Tutti hanno cercato di strapparla dalla morte, tutti hanno pregato. Non c’è stato niente da fare”. Sotto choc il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai: “È una tragedia che colpisce tutta la comunità e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, alla famiglia della giovane. Aveva avuto un figlio da poco, era felice. Siamo vicini al piccolo e a tutta la famiglia”. Sgomento il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “A 22 anni si ha una vita davanti, a 50 si ha una famiglia alle spalle, in tutte le età si hanno progetti e sogni da realizzare. Morire ancora sul lavoro non è accettabile”. (Continua a leggere dopo la foto)
Continua: “Quasi ogni giorno, una lavoratrice, un lavoratore si reca al lavoro e non fa più ritorno a casa. Certo poi ci sono le verifiche, le inchieste, le multe, i risarcimenti, ma la vita non si può risarcire o monetizzare. Dobbiamo riportare centrale il tema della sicurezza sul lavoro nelle aziende”. Sotto choc anche il presidente della Regione, Eugenio Giani, altri amministratori e i sindacalisti. Ma intanto si continua a morire di lavoro.
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