Luca Morisi indagato per cessione di stupefacenti. È forse questo il reale motivo che ha indotto l’ormai ex spin doctor di Matteo Salvini a mollare la Bestia social di cui è stato il creatore. Secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, la brutta storia di droga che coinvolge Morisi risale alla metà dell’agosto scorso. Gli inquirenti stanno ancora accertando i fatti. Ma intanto il giudice di Verona, dove il professionista è stato denunciato da tre ragazzi ai quali avrebbe ceduto sostanza stupefacente, ha deciso di iscriverlo nel registro degli indagati.
Quando, il 23 settembre scorso, Luca Morisi ha annunciato il suo improvviso addio alla Lega, sugli organi di stampa hanno cominciato a rincorrersi le voci più disparate. La motivazione ufficiale, riferita in una lettera ai parlamentari leghisti dallo stesso Morisi, sarebbero dei non meglio specificati motivi familiari. Ma per molti addetti ai lavori la cacciata dell’inventore della Bestia sarebbe dovuta ad una faida interna al Carroccio. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti lo avrebbe di fatto messo alla porta.
Ora, però, l’addio di Luca Morisi, acquista una luce diversa alla luce delle rivelazioni di Repubblica. Il suo nome, dunque, risulta iscritto nel registro degli indagati a Verona per il presunto reato di cessione di stupefacenti. A mettere nei guai Morisi sono stati tre ragazzi. I giovani vengono fermati in automobile per un normale controllo dai carabinieri intorno a Ferragosto. A causa del loro nervosismo vengono fatti scendere dal veicolo e, dopo una breve perquisizione, i militari rinvengono una bottiglia contenente del liquido. Droga secondo loro.
Uno dei tre fermati, forse spaventato, riferisce ai carabinieri il nome del presunto spacciatore. “Ce l’ha data Luca Morisi che abita a Belfiore (paese a pochi minuti di macchina da Verona ndr”, racconta il ragazzo. A quel punto, le forze dell’ordine vanno a bussare a casa di Morisi, dove rinvengono un modesto quantitativo di droga. Nonostante la poca sostanza ritrovata, compatibile con l’uso personale, la procuratrice Angela Barbaglio decide comunque di aprire un fascicolo con l’ipotesi di reato di cessione di sostanze stupefacenti. Ora saranno da accertare i fatti, visto che non si sa ancora se quella trovata nell’auto dei giovani fosse droga.
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