Indagato dalla procura di Verona nell’ambito di una storia che vede nella droga il comune denominatore. Luca Morrisi, ex guru dei social di Matteo Salvini, ha commentato con queste parole la notizia: “Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo: chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega”.
È stata la consapevolezza di essere finito in un guaio a spingerlo, prima ancora che la vicenda diventasse di dominio pubblico, ad abbandonare la gestione dei social del segretario della Lega: “Ho rassegnato il 1 settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine”.
Morisi aveva fatto inizialmente filtrare l’idea di voler “staccare un po’”, allontanandosi da quella Bestia, il nome con cui viene definito l’imponente macchina social che assiste Salvini, della quale era stata guida indiscussa per anni. Qualcuno aveva anche avanzato l’idea che potessero esserci motivi politici dietro la sua scelta di lasciare l’incarico. Poi, la rivelazione.
Nei giorni scorsi, è infatti stata avviata un’inchiesta dopo la denuncia di carabinieri che hanno perquisito la cascina di Morisi a Belfiore, paesino in provincia di Verona, e trovato alcune dosi di droga. L’indagine era iniziata dopo che tre giovani, fermati a metà agosto in possesso di stupefacenti, avevano indicato proprio in Morisi l’uomo che aveva venduto loro le sostanze illecite.
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