Finalmente una bella notizia per Luca Morisi dopo mesi di difficoltà e tribolazioni. La Procura di Verona ha infatti annunciato che chiederà nelle prossime ore l’archiviazione del caso che vede protagonista l’ormai ex guru social della Lega. Morisi, come si ricorderà, era finito al centro di una torbida storia di festini a luci rosse con escort gay rumeni, a base di droghe e alcol. Ma i magistrati veronesi, titolari dell’inchiesta, non hanno riscontrato nessun reato. Anzi, precisano che il processo non si farà a causa della “tenuità del fatto”, Reazioni indignate sui social a difesa di Morisi.
Luca Morisi non è più il temuto inventore della Bestia, utilizzata da Matteo Salvini per ‘abbattere’ i suoi avversari sui social network. La sua fortuna politica sembra essere tramontata definitivamente all’inizio di settembre scorso, quando sui giornali hanno iniziato a trapelare le prime indiscrezioni sul caso del festino a base di droga tenuto nella sua casa vicino Verona il precedente 14 agosto. Inizialmente, Morisi è stato accusato da uno dei due escort rumeni di aver procurato lui tutta la droga utilizzata durante quella serata. Compresa la bottiglia di Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, rinvenuta dai carabinieri nell’auto dei due ragazzi rumeni.
Poi, piano piano, la verità ha cominciato a venire a galla. Luca Morisi avrebbe solo la colpa di manifestare delle tendenze omosessuali e di aver fatto uso di cocaina in quell’occasione, offrendone un po’ anche ai suoi ospiti a pagamento. Un comportamento gravissimo rispetto a quanto il partito con cui collaborava ad alto livello ha sempre dichiarato. Logico che Matteo Salvini non potesse più avvalersi della collaborazione di Morisi per la sua Bestia, affidata ora ad altri. Lo stesso leader leghista che, però, non ha mai fatto venire meno lasua solidarietà verso quello che considera un amico.
Ora però, dopo la decisione dei magistrati di Verona, il futuro di Luca Morisi si prospetta più roseo, almeno dal punto di vista giudiziario. Per quello lavorativo si vedrà. Sono stati gli stessi pm titolari dell’inchiesta contro di lui a chiederne infatti l’archiviazione. La Procura di Verona ha già fatto sapere di non voler procedere nei suoi confronti per la “particolare tenuità del fatto”, mette nero su bianco.
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