Prima del tragico evento, Ruffino ha lasciato sei biglietti in cui chiedeva perdono per il suo gesto imminente, indirizzandosi ai suoi familiari, ai colleghi e ai vicini di casa del palazzo milanese di via Spadolini, dove risiedeva. Non ci sono riferimenti alla controversia legale che coinvolgeva Visibilia, la società di cui Ruffino era presidente e azionista di maggioranza dallo scorso ottobre, dopo aver acquistato le quote della Ministra del Turismo Daniela Santanchè.
Il corpo di Ruffino è stato scoperto intorno alla mezzanotte dal figlio Mirko, allertato da un inquietante colloquio telefonico tra Ruffino e la sua compagna. Mirko si precipitò all’abitazione del padre a via Spadolini, dove trovò il corpo senza vita nella camera da letto. Ruffino si era sparato con una pistola, arma da lui legalmente posseduta.
Gli investigatori hanno rinvenuto sei bigliettini nella stanza. In questi, Ruffino chiedeva scusa per il dolore che la sua decisione avrebbe arrecato a figli, amici e colleghi. Il manager ha anche dettagliato la sua scelta di commettere suicidio in casa, piuttosto che nel suo ufficio, per non turbare i suoi colleghi e dipendenti.
Non ci sono riferimenti alla controversia legale che ha coinvolto Visibilia. Ruffino, che era anche fondatore, presidente e CEO di Sif Italia, non era indagato né oggetto di indagini.
La Procura di Milano ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio, il che permetterà l’autopsia sul corpo del manager. Si è speculato inizialmente che Ruffino potesse essere afflitto da una grave malattia di cui solo pochi erano a conoscenza, ma questa ipotesi non ha trovato conferma. Tuttavia, coloro che lo conoscevano hanno riferito di aver notato che il manager era stato particolarmente giù di morale nei giorni precedenti al suo suicidio.