Lucy Salani è morta la scorsa notte. Era nota per essere l’unica trans sopravvissuta alla prigionia nel campo di concentramento nazista di Dachau. Aveva 98 anni ed era la più anziana transgender italiana. Si considerava antifascista e avevea disertato sia l’esercito italiano che quello tedesco. “Quello che ho visto nel campo è stato spaventoso”, disse una volta. A dare la notizia della sua dipartita è stato Luca Paladini, fondatore dei Sentinelli e consigliere regionale lombardo.
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Morta la trans Lucy Salani
Lucy Salani era nata a Fossano, in provincia di Cuneo. La sua famiglia di origine emiliana, con cui si è poi trasferita a Bologna, era di dichiarata fede antifascista. Il padre e i fratelli rifiutavano di avere rapporti con lei perché avevano capito le sue tendenze. Il fatto di essere trans rese la madre “disperata”, raccontò una volta Lucy. “Volevo sempre fare ciò che a quell’età facevano le bambine: cucinare, pulire e giocare con le bambole. – rivelò nel documentario dedicato alla sua vita – Mio padre e i miei fratelli non mi accettarono. Negli anni 30 i miei genitori si trasferirono nel bolognese e fu così che in città allacciai amicizie con diversi omosessuali. Che colpa ne ho io, se la natura mi ha fatto così? Me lo sono sempre chiesta e ho cercato di farlo capire”.
Nell’agosto del 1943 Lucy Salani venne richiamata in servizio dall’esercito italiano. Si dichiarò subito omosessuale, ma venne inviata in artiglieria. La sua diserzione avvenne dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Poi però abbandonò la clandestinità per paura di rappresaglie contro i suoi genitori, decidendo di unirsi all’esercito tedesco, ma disertò anche lì. Mentre faceva la prostituta a Bologna, fu arrestata e condannata a morte per la diserzione. Riuscì però ad ottenere la grazia e la sua condanna venne commutata in lavori forzati in un campo di lavoro a Bernau, nella Germania meridionale.
La storia di Lucy Salani
Dopo essere fuggita anche da lì, Lucy Salani fu deportata nel campo di concentramento di Dachau, dove restò per sei mesi, fino all’arrivo delle truppe americane. “Bruciavano i morti e c’era chi era ancora vivo e si muoveva tra le fiamme. Terribile. La mattina quando guardavi la recinzione elettrificata trovavi un mucchio di ragazzi attaccati con le fiammelle che uscivano dal corpo”, ricordava la trans più vecchia d’Italia che ora è morta. Dopo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, cominciò a lavorare come tappezziera tra Roma e Torino. Poi, negli anni ‘80, si sottopose all’operazione di riattribuzione del sesso, ma si rifiutò di cambiare il suo nome di battesimo: Luciano. “Il nome è sacro, me l’hanno dato i miei genitori”, sosteneva con orgoglio Lucy Salani.
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